
È stata presentata oggi, nel corso di una conferenza stampa virtuale, FOCE (ConFederazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi): la prima alleanza al mondo che riunisce i clinici che si occupano delle patologie di queste tre aree della medicina. Nell’immediato FOCE – espressione diretta dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), Società Italiana di Cardiologia (SIC), Società Italiana di Ematologia (SIE) e di due fondazioni, “Insieme contro il Cancro” e “Cuore e circolazione” – si pone l’obiettivo di collaborare con le istituzioni per fronteggiare l’emergenza COVID-19, ma con una visione a lungo termine finalizzata a migliorare l’assistenza degli oltre 11 milioni di cittadini italiani interessati da malattie oncologiche, cardiologiche ed ematologiche.
Diversi, in questo senso, i problemi da risolvere: da un accesso uniforme alle terapie innovative su tutto il territorio nazionale allo sviluppo di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali, dall’adesione agli screening alla prevenzione con progetti di sensibilizzazione sugli stili di vita sani. Proprio su quest’ultimo punto, poi, si concentrerà in modo particolare l’attenzione di FOCE, dato che nel nostro Paese più del 30% dei decessi sembra essere legato a fattori di rischio modificabili come fumo, alimentazione scorretta, sedentarietà, eccesso ponderale e consumo eccessivo di alcol.
“FOCE nasce dall’esperienza del Tavolo Tecnico, istituito lo scorso giugno dal Ministro della Salute Roberto Speranza – ha commentato Francesco Cognetti, Presidente di FOCE e di Fondazione “Insieme contro il Cancro” –, che ha condotto alla stesura del documento che disegna modalità organizzative e percorsi volti a ridurre al minimo il rischio di infezione nei pazienti e nel personale sanitario. Uno dei compiti immediati di FOCE è proprio il costante aggiornamento del documento, in relazione alle esigenze dettate dalla crisi sanitaria”.
Così come in oncologia ed ematologia, anche in ambito cardiovascolare gli effetti della pandemia di COVID-19 rischiano infatti di vanificare i progressi ottenuti negli ultimi decenni nell’assistenza ai pazienti. “In 36 anni (1980 – 2016) la mortalità totale si è più che dimezzata e il contributo delle nuove terapie per le malattie cardiovascolari è stato quello che più ha influenzato questa tendenza”, ha sottolineato Ciro Indolfi, Vicepresidente FOCE e Presidente SIC. “Nello stesso periodo la mortalità per le malattie ischemiche del cuore si è ridotta di circa il 68% e quella per le patologie cerebrovascolari del 73%. Durante la prima ondata della pandemia i ricoveri ospedalieri di emergenza per infarti e ictus si sono dimezzati, molte persone sono morte a casa o sono sopravvissute con danni gravi al cuore o al cervello perché gli eventi cardiovascolari gravi sono tempo-dipendenti. Il rinvio degli interventi di angioplastica coronarica e di altre procedure elettive come la TAVI e la Clip mitralica ha portato a un aumento delle morte prevenibile e della disabilità e ad un arretrato dei tempi di attesa difficile da riassorbire. FOCE rappresenta lo strumento per riorganizzare negli ospedali percorsi ad hoc per i pazienti cardiopatici acuti che dal territorio si ricoverano in urgenza con programmi specifici, recuperando anche le visite e gli esami strumentali non effettuati”.
Fabio Ambrosino
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