Le misure di distanziamento sociale, la chiusura degli ambulatori e la paura del contagio stanno impattando sulla diagnosi e sul trattamento adeguato di molte patologie croniche e in particolare di quelle cardiovascolari. Un caso particolarmente significativo è quello dei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare in trattamento con warfarin, i quali necessitano di periodici controlli dei valori di INR, indispensabili per accertarsi che il dosaggio del farmaco sia compreso nell’intervallo terapeutico. Un problema, questo, che potrebbe essere risolto favorendo uno switch verso i farmaci anticoagulanti ad azione diretta (DOAC). Tuttavia, come sottolinea Gabriele Catena, Presidente SISMED, per facilitare questo processo è necessario che gli enti regolatori “liberalizzino” l’uso di tali presidi terapeutici.
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