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COVID-19: in Lombardia aumento degli arresti cardiaci extraospedalieri

By 4 Maggio 2020Aprile 1st, 2022No Comments
SpecialiNews
COVID-19 in Lombardia

Sin dalle prime fasi dell’emergenza COVID-19 in Lombardia, molti cardiologi hanno segnalato un calo negli accessi per eventi cardiovascolari acuti, probabilmente associato alla paura dei pazienti a recarsi in ospedale. Un’evidenza, questa, che ha poi trovato una prima conferma nei risultati di un’indagine realizzata dalla Società Italiana di Cardiologia sull’intero territorio nazionale, da cui era emersa una riduzione pari addirittura al 50% degli accessi. Di recente un gruppo di ricercatori lombardi ha messo in relazione i dati relativi agli arresti cardiaci extraospedalieri con quelli dei contagi da COVID-19 , individuando un’evidente associazione tra le due variabili.  I risultati sono stati pubblicati, in forma di lettera all’editore, sul New England Journal of Medicine (1).

In particolare, utilizzando il Registro lombardo degli arresti cardiaci extraospedalieri (Lombardia CARe), i ricercatori hanno messo a confronto i dati relativi al numero di eventi verificatisi nelle province di Lodi, Cremona, Pavia e Mantova nel corso dei primi 40 giorni di emergenza COVID-19 (dal 21 febbraio al 31 marzo 2020) con quelli registrati nello stesso periodo nel 2019. I dati sono stati poi messi in relazione con quelli relativi alle infezioni da SARS-CoV-2, ricavati dagli aggiornamenti quotidiani del Dipartimento di Protezione Civile, e analizzati per individuare l’eventuale presenza di sintomi (febbre per più di 3 giorni prima dell’evento con tosse, dispnea o entrambe) potenzialmente indicativi di una positività all’infezione.

Durante i primi 40 giorni dell’emergenza sono stati registrati, nei territori considerati, 9806 casi di COVID-19 e 362 arresti cardiaci extraospedalieri, con un incremento del 58% rispetto allo stesso periodo nel 2019 (+187% a Lodi, +143% a Cremona). Nonostante i pazienti colpiti siano paragonabili per sesso ed età, nel 2020 si è registrato un aumento del 6,5% del numero di arresti cardiaci extraospedalieri con causa medica, del 7,3% di quelli verificatisi nell’abitazione del paziente e dell’11,3% di quelli verificatisi in assenza di testimoni. Inoltre, il tempo necessario all’arrivo dell’ambulanza è risultato di 3 minuti più lungo nel 2020, mentre il numero di soggetti sottoposti a rianimazione cardiopolmonare da parte dei presenti è risultato del 15,6% inferiore. Tra quelli sottoposti alla procedura di rianimazione da parte del personale medico dell’ambulanza il tasso di decessi è risultato del 14,9% più elevato nel 2020 rispetto al 2019. In generale, l’incidenza degli arresti cardiaci extraospedalieri è risultata associata a quella della COVID-19 (P<0,001) e l’aumento dei casi rispetto al 2019 (N=133) è risultato in linea con l’andamento dei contagi nelle province considerate. Inoltre, 103 pazienti vittime di eventi extraospedalieri presentavano i sintomi della COVID-19 (N=87) o hanno in seguito ricevuto la diagnosi di positività all’infezione (N=16). Questi, come sottolineano gli autori, rappresentano il 77,4% dell’aumento dei casi di arresti cardiaci extraospedalieri riscontrato nel 2020.

Fabio Ambrosino

Bibliografia

1. Baldi E, Sechi GM, Canevari F, et al. Out-of-Hospital Cardiac Arrest during the Covid-19 Outbreak in Italy. New England Journal of Medicine 2020; DOI: 10.1056/NEJMc2010418.