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COVID-19: accessi dimezzati per infarto del miocardio

By 1 Aprile 2020Aprile 1st, 2022No Comments
SpecialiNews
COVID-19 infarto del miocardio

Nella pandemia da COVID-19 oltre alle norme attualmente in vigore è il rischio del contagio a convincere molte persone a rimanere a casa. La paura del contagio ha portato anche a una notevole riduzione degli accessi in ospedale, considerato focolaio d’infezione. Un dato particolarmente preoccupante è quello riportato da un comunicato stampa della Società italiana di Cardiologia Interventistica (SICI-GISE) che ha segnalato un dimezzamento degli accessi per infarto del miocardio. Il mancato intervento o un intervento tardivo in pazienti con eventi cardiovascolari acuti, infatti, sembrerebbe aver causato un aumento dei decessi.

“Secondo i dati Istat, ogni giorno nel nostro Paese muoiono di malattie del sistema cardiocircolatorio 638 persone – spiega Giuseppe Tarantini, presidente SICI-GISE –, nell’era COVID-19 abbiamo provveduto a creare percorsi differenziati tra i pazienti e realizziamo una gestione rapida dell’emergenza cardiovascolare, garantendo al massimo la cura dell’infarto”. Aggiunge inoltre che la SICI-GISE ha emanato il protocollo ufficiale COVID-19, un documento che ha raccolto per primo a livello mondiale le raccomandazioni per poter eseguire gli interventi salvavita di angioplastica coronarica in massima sicurezza. In tutta Italia sono stati attivati percorsi di cura alternativi che possano garantire l’intervento in sicurezza per pazienti e operatori sanitari. Secondo Tarantini è molto importante che questo messaggio arrivi anche ai cittadini, così che per situazioni gravi, come quelle legate a possibili infarti del miocardio, chiedano aiuto senza farsi condizionare dalla paura di essere contagiati. Il presidente SICI-GISE conclude infatti dicendo che “non possiamo buttare al vento anni di lavoro sulla prevenzione delle patologie cardio-vascolari”.

Una preoccupazione questa che affligge anche Gian Battista Danzi, Direttore dell’UO di Cardiologia dell’Ospedale di Cremona, che in una recente intervista per Cardioinfo ha dichiarato: “bisogna che questa epidemia non ammazzi anche tutto quello che noi abbiamo fatto in questi anni. Perché le patologie tempo dipendenti noi le sappiamo curare, siamo strutturati per curarle ed è un peccato che i pazienti siano così spaventati”. Ma questa non è purtroppo l’unica testimonianza. Un ridotto accesso dei pazienti cardiologici è stato registrato anche all’Ospedale Edoardo Bassini di Cinisello Balsamo. “I pazienti adesso tendono a restare a casa e quindi avranno anche un trattamento meno adeguato nei pazienti con infarto o con sindrome coronarica acuta, come conseguenza di questa pandemia” come spiega Simona Pierini, Responsabile UTIC.

Vasilica Manole