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Statine, nuove evidenze a supporto di un approccio treat-to-target

A cura di Fabio Ambrosino By 7 Aprile 2023No Comments
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statine target

Nei pazienti affetti da coronaropatia una strategia treat-to-target con statine a intensità moderata è risultata noninferiore, in termini di esiti cardiovascolari maggiori entro tre anni, rispetto a un approccio con statine ad alta intensità. Sono stati pubblicati sul JAMA i risultati del trial clinico randomizzato LODESTAR, il quale ha messo a confronto le due strategie terapeutiche su più di 4ooo pazienti (1).

In riferimanto ai pazienti con una storia di patologia coronarica, alcune linee guida internazionali, tra cui quelle dell’European Society of Cardiology, raccomandano un approccio iniziale con statine ad alta intensità finalizzato a ridurre del 50% i livelli di colesterolo LDL. Esiste però un approccio alternativo che prevede l’impiego iniziale di statine a moderata intensità, titolandole poi fino al raggiungimento di specifici livelli target.

Un gruppo di ricerca sudcoreano ha deciso di mettere a confronto le due strategie in un trial randomizzato multicentrico finalizzato a stabilire la noninferiorità dell’approccio treat-to-target con statine a intensità moderata. Sono stati inclusi nell’analisi 4.341 pazienti (età media: 65,1 anni; sesso femminile: 27,9%) con una storia di coroparopatia, randomizzati a una strategia treat-to-target finalizzata a raggiungere livelli di colesterolo LDL compresi tra 50 e 70 mg/dL o a una strategia basata sull’assunzione di una statina ad alta intensità: rosuvastatina 20mg o atorvastatina 40mg.

L’endpoint primario dello studio era costituito dall’occorrenza a tre anni di una misura composita di morte, infarto miocardico, ictus, rivascolarizzazione coronarica, con un margine per la noninferiotà fissato al 3%.

I risultati hanno messo in evidenza la noninferiortà dell’approccio treat-to-target rispetto a quello con statine ad alta intensità, con l’endpoint primario composito che si è verificato rispettivamente nell’8,1% e 8,7% dei soggetti dei due gruppi (P < 0,001 per la noninferiorità). I livelli medi di colesterolo LDL, invece, sono risultati pari a 69,1 (17,8) mg/dL nel gruppo treat-to-target e 68,4 (20,1) mg/dL nel gruppo sottoposto all’approccio con statine ad alta intensità (P = 0.21).

“Questi risultati – concludono gli autori – forniscono ulteriori evidenze a supporto della fattibilità di una strategia treat-to-target, la quale renderebbe possibile un approccio personalizzato che tenga conto della variabilità individuale nella risposta alla terapia con statine”.

Bibliografia

1. Hong S, Lee Y, Lee S, et al. Treat-to-Target or High-Intensity Statin in Patients With Coronary Artery Disease: A Randomized Clinical Trial. JAMA 2023; 329(13): 1078–1087.