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Spesa sanitaria: quanto costano i fattori di rischio modificabili?

A cura di Fabio Ambrosino By 5 Ottobre 2020Febbraio 22nd, 2022No Comments
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Nel 2016 negli Stati Uniti la spesa per l’assistenza sanitaria individuale attribuibile a fattori di rischio modificabili, come un elevato indice di massa corporea o un elevato livello di pressione sistolica, è stata pari a 730,4 miliardi di dollari: circa un quarto del totale. Il dato emerge da uno studio, i cui risultati sono stati pubblicati recentemente su Lancet Public Health, che ha messo in relazione la spesa sanitaria americana del 2016 con una serie di informazioni di natura epidemiologica (1).

I ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluation, centro di ricerca indipendente dell’University of Washington School of Medicine, e del Vitality Group hanno utilizzato un processo di analisi basato su due dataset. Il primo, proveniente dall’Institute for Health Metrics and Evaluation’s Disease Expenditure Project, è stato impiegato per ottenere informazioni relative alla spesa sanitaria statunitense in riferimento a 154 condizioni, suddivise per sesso e fasce di età, nel 2016. Il secondo dataset, estratto dal Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study 2017, è stato invece impiegato per ottenere informazioni in merito al peso delle singole condizioni in termini di salute (numero di decessi, anni vissuti con disabilità e disability-adjusted life-years) e per stimare l’impatto di 84 fattori di rischio modificabili su questo peso. Dai risultati è emerso che il 27% della spesa per l’assistenza sanitaria individuale del 2016 era attribuibile a fattori di rischio modificabili, per un totale di 730,4 miliardi di dollari.

La spesa sanitaria per i fattori di rischio modificabili è risultata legata soprattutto alla gestione dei soggetti nelle fasce di età più elevate (>45 anni) e di condizioni croniche come le malattie cardiovascolari e il diabete. Il fattore di rischio associato alla spesa maggiore è risultato essere un elevato indice di massa corporea, per un totale di 238,5 miliardi di dollari, di cui il 33,2% attribuibile a diabete e patologie urogenitali, ematologiche e endocrine e il 26% attribuibile a patologie cardiovascolari. Il secondo fattore di rischio economicamente più impattante, invece, è risultata essere un’elevata pressione sistolica, con 179,9 miliardi di dollari a essa attribuibili, di cui il 50,4% associabili a patologie cardiovascolari e il 43,9% alla all’ipertensione. Aggregando i dati, i rischi metabolici – pressione sistolica elevata, elevata glicemia a digiuno, elevato indice di masse corporea – sono risultati associati alla spesa sanitaria maggiore (508 miliardi di dollari), seguiti dai rischi comportamentali come fumo e abitudini alimentari pericolose (349,4 miliardi di dollari) e dai rischi ambientali (75,5 miliardi di dollari).

In generale, la spesa attribuibile a fattori di rischio modificabili è risultata largamente associata alla gestione delle patologie non trasmissibili. Tra queste, la categoria aggregata risultata al primo posto della classifica è stata quelle malattie cardiovascolari, all’interno della quale erano incluse anche quelle ischemiche e cerebrovascolari: nel 2016 sono stati spesi per la gestione di queste condizioni 255,1 miliardi di dollari, di cui 180,7 miliardi di dollari (70,9%) attribuibili a fattori di rischio modificabili.

Fabio Ambrosino

Bibliografia
1. Bolnick HJ, Bui AL, Bulchis A, et al. Health-care spending attributable to modifiable risk factors in the USA: an economic attribution analysis. The Lancet Public Health 2020; 5: e525-35.