
Le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato non aiutano i fumatori a smettere di fumare e, al contrario, possono portare chi non aveva un abitudine al fumo a iniziare a fumare sigarette. È quanto emerge da uno studio di coorte prospettico, il primo di questo tipo in Europa, coordinato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e realizzato in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Pavia e l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (ISPRO) di Firenze. I risultati, relativi ai primi mesi dell’emergenza COVID-19, sono stati pubblicati sulla rivista Tobacco Control (1).
Sono stati inclusi nell’analisi 3.185 soggetti di età compresa tra 18 e 74 anni, i quali hanno fornito informazioni sul loro status di fumatori e sull’utilizzo di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato in due diversi momenti: ad aprile-maggio del 2020 (baseline) e a novembre-dicembre (follow up). I ricercatori sono quindi andati a valutare i cambiamenti nell’abitudine al fumo in relazione all’uso di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato.
I risultati hanno messo in evidenza come i non-fumatori che usavano sigarette elettroniche alla baseline avessero una probabilità maggiore di risultare fumatori di sigarette al follow-up rispetto a chi non usava questi dispositivi (RR 8,78; 95% CI: da 5,65 a 13,65) e chi usava prodotti a tabacco riscaldato (RR 5,80; 95% CI: da 3,65 a 9,20).
Allo stesso modo, chi risultava essere fumatore alla baseline e aveva iniziato a usare sigarette elettroniche (RR 1,10; 95% CI: da 1,02 a 1,19) o prodotti a tabacco riscaldato (RR 1,17; 95% CI: da 1,10 a 1,23) aveva una probabilità maggiore, rispetto ai non utilizzatori, di essere ancora un fumatore al follow up. Tra gli ex fumatori, poi, quelli risultati associati a una maggiore probabilità di ricadute al follow up erano coloro i quali fumavano sigarette elettroniche (RR 4,25; 95% CI: da 2,40 a 7,52) e prodotti a tabacco riscaldato (RR 3,32; 95% CI: da 2,05 a 5,37).
“Il sospetto che questi nuovi prodotti non aiutassero a ridurre la dipendenza da tabacco era già diffuso – ha spiegato Alessandra Lugo dell’Istituto Mario Negri – tuttavia mancavano le conferme di studi prospettici, ovvero studi in grado di indagare gli effetti di questi dispositivi nel tempo. Lo studio appena pubblicato ha proprio questa caratteristica, e ci ha permesso di rilevare come sono cambiati i comportamenti di oltre 3.000 italiani nell’arco di sette mesi ”.
Bibliografia
1. Gallus S, Stival C, McKee M, et al. Impact of electronic cigarette and heated tobacco product on conventional smoking: an Italian prospective cohort study conducted during the COVID-19 pandemic. Tobacco Control 2022; doi: 10.1136/tc-2022-057368