
Medici e pazienti hanno percezioni diverse del rischio associato a uno scompenso cardiaco. Uno studio pubblicato sul “Journal of the American College of Cardiology: Heart Failure” ha messo in evidenza come in molti casi i clinici giudichino i soggetti affetti da scompenso ad alto rischio di trapianto, impianto di dispositivo di assistenza ventricolare sinistra (VAD) o morte, mentre solo una porzione minoritaria di questi pazienti si percepisce a rischio.
Un campione di medici ha valutato 161 pazienti affetti da scompenso cardiaco, i quali hanno a loro volta compilato un questionario relativo alle loro percezioni in termini di rischio, aspettativa di vita e volontà. I clinici hanno valutato il 69% dei soggetti coinvolti come ad alto rischio di trapianto, impianto di VAD sinistra o decesso, mentre solo il 14% dei pazienti si è autoinserito in questa categoria di rischio. A un anno di follow-up, tuttavia, il 38% di questi è andata incontro a uno degli endpoint considerati: trapianto (8%), impianto di VAD sinistra (9%), morte (21%). “Questa discrepanza di percezioni in tema di gravità dello scompenso cardiaco è sorprendente”, ha commentato Amrut V. Ambardekar, docente dell’University of Colorado e responsabile della ricerca. “Speriamo che una maggiore comprensione di queste differenze permetta di migliorare la comunicazione tra medico e paziente su questi aspetti”.
Secondo gli autori, i risultati dello studio mettono in evidenza una scarsa comprensione, da parte dei pazienti, della propria condizione. “È possibile, inoltre, che questi non colgano l’invasività di alcune procedure”, ha concluso Ambardekar. “È quindi necessario sviluppare nuove strategie per informarli sulla severità della patologia e le varie opzioni terapeutiche a disposizione”.
Fabio Ambrosino
▼ Ambardekar AV, Thibodeau JT, DeVore AD, et al. Discordant Perceptions of Prognosis and Treatment Options Between Physicians and Patients With Advanced Heart Failure. Journal of the American College of Cardiology: Heart Failure 2017; 5(9): 663 – 671.