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Risultati positivi per lorundrostat nel trattamento dell’ipertensione non controllata

A cura di Fabio Ambrosino By 21 Settembre 2023Settembre 27th, 2023No Comments
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Un trattamento con l’inibitore dell’aldosterone sintasi lorundrostat è risultato efficace nel ridurre, rispetto a un placebo, la pressione arteriosa in pazienti con ipertensione non controllata.

Sono stati pubblicati su JAMA i risultati del trial Target-HTN, il quale ha indagato l’utilizzo di questo farmaco in una popolazione di pazienti già sottoposti a due o più trattamenti anti-ipertensivi (1).

L’argomento è di grande attualità. Proprio in questi giorni è stato diffuso il primo Global report on hypertension della World Health Organization, in cui si parla dell’ipertensione – definita “killer silenzioso” – come di una delle principali sfide per la salute globale (2).

Da un lato, infatti, il numero di persone affette da questa condizione è raddoppiato tra il 1990 e il 2019, passando da 650 milioni a 1,3 miliardi. Dall’altro, al mondo circa quattro persone affette su cinque non vengono adeguatamente trattate. In Italia, ad esempio, risultano 16,6 milioni di adulti con ipertensione, di cui il 62% ha ricevuto una diagnosi e il 54% un trattamento. Solo il 28% degli ipertesi italiani, tuttavia, riesce a tenere sotto controllo i valori pressori.

Il trial randomizzato Target-HTN ha indagato l’efficacia dell’inibitore dell’aldosterone sintasi lorundrostat negli adulti con ipertensione non controllata nonostante un trattamento con due o più farmaci antipertensivi. È stata arruolata una coorte iniziale di 163 partecipanti con attività reninica plasmatica inferiore o uguale a 1,0 ng/mL/h e livelli elevati di aldosterone plasmatico (≥1,0 ng/dL), a cui sono stati poi aggiunti 37 partecipanti con con attività reninica plasmatica maggiore di 1,0 ng/mL/h.

Questi sono stati randomizzati per ricevere uno dei cinque dosaggi di lorundrostat previsti nella coorte iniziale (12,5 mg, 50 mg o 100 mg una volta al giorno o 12,5 mg o 25 mg due volte al giorno) o un placebo. Nella seconda coorte, poi, i partecipanti sono stati randomizzati in rapporto 1:6 per ricevere lorundrostat 100 mg una volta al giorno o un placebo.

L’endpoint primario era costituito dalla variazione della pressione arteriosa sistolica dalla baseline all’ottava settimana.

I risultati hanno messo in evidenza, nei partecipanti con attività reninica plasmatica ≤ 1,0 ng/mL/h, una riduzione della pressione arteriosa sistolica di 14,1 mmHg, 13,2 mmHg, 6,9 mmHg rispettivamente con un’assunzione quotidiana di lorundrostat 100 mg, 50 mg e 12,5 mg. Nei soggetti sottoposti al placebo, invece, è emersa una riduzione media di 4,1 mmHg. Le riduzioni osservate della pressione arteriosa sistolica nei soggetti che ricevevano dosi di 25 mg e 12,5 mg di lorundrostat due volte al giorno sono state invece rispettivamente di 10,1 mmHg e 13,8 mmHg.

Tra i partecipanti con attività reninica plasmatica maggiore di 1,0 ng/mL/h, invece, il trattamento con lorundrostat 100 mg una volta al giorno ha ridotto la pressione arteriosa sistolica di 11,4 mmHg, in linea con quanto riscontrato nei partecipanti con attività reninica plasmatica ≤ 1,0 ng/mL/h che ricevevano la stessa dose.

Per quanto riguarda la sicurezza si è verificato un aumento del potassio sierico superiore a 6,0 mmol/L in sei partecipanti, corretto poi riducendo la dose o sospendendo il trattamento.

Sebbene siano necessari altri studi per confermare questo effetto, i risultati del trial Target-HTN mostrano come l’uso di lorundrostat potrebbe avere un ruolo importante nel ridurre la pressione arteriosa in soggetti con ipertensione non controllata. “A più di 70 anni dal primo isolamento dell’elettrocortina, c’è una nuova alba per le terapie mirate all’aldosterone”, ha commentato Bryan Williams dell’University College London, autore di un editoriale di commento su JAMA (3).

“Esiste ora un reale potenziale per fornire un trattamento più mirato per i pazienti in cui l’eccesso di aldosterone contribuisce alla condizione clinica e influenza l’esito clinico, come quelli con ipertensione difficile da controllare, obesità, insufficienza cardiaca, malattia renale cronica e i molti con aldosteronismo primario ancora da diagnosticare”.

Bibliografia

1. Laffin LJ, Rodman D, Luther JM, et al. Aldosterone Synthase Inhibition With Lorundrostat for Uncontrolled Hypertension: The Target-HTN Randomized Clinical Trial. JAMA 2023. doi:10.1001/jama.2023.16029.
2. Global report on hypertension: the race against a silent killer. Geneva: World Health Organization; 2023. Licence: CC BY-NC-SA 3.0 IGO.
3. Williams B. A New Dawn for Aldosterone as a Therapeutic Target in Hypertension. JAMA 2023. doi:10.1001/jama.2023.17087.