
Sono stati descritti i dati relativi ai primi sei pazienti con fibrillazione atriale trattati con radiochirurgia, secondo un approccio non-invasivo sviluppato dai medici dell’Ospedale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti (BA). I risultati preliminari, pubblicati su Frontiers in Cardiovascular Medicine, hanno messo in evidenza una buona efficacia della procedura [1].
Lo studio STAR (Linac-Based STereotactic Arrhythmia Radioablation of Atrial fibrillation) ha previsto l’impiego dell’acceleratore lineare TrueBeam, utilizzato generalmente per interventi di radiochirurgia in ambito oncologico, per eseguire ablazioni in pazienti anziani affetti da fibrillazione atriale. Nello specifico, sono stati arruolati 11 soggetti con età superiore a 70 anni affetti da fibrillazione atriale parossistica sintomatica (sei dei quali già trattati con il metodo STAR), per i quali il trattamento antiaritmico standard era risultato inefficace o non praticabile per coesistente bradicardia o per pre-esistenti difetti della conduzione.
La procedura utilizzata si basa su una forma avanzata di radiochirurgia, erogata in una singola seduta di trattamento, che permette di colpire l’origine della fibrillazione atriale con elevata precisione e risparmiando gli organi sani circostanti. Nel protocollo messo a punto presso l’Ospedale “F.Miulli” il bersaglio del trattamento è costituito dall’ostio dalle vene polmonari, le stesse su cui viene effettuata l’ablazione transcatetere con metodica standard. Questo viene identificato utilizzando una cardio-TC, sia a respiro libero che con metodica 4D per analizzare il movimento cardio-respiratorio e ottenere una maggiore precisione durante l’erogazione delle radiazioni. Il piano di trattamento viene strutturato da personale esperto sulla base di una semplice TAC torace effettuata dal paziente qualche giorno prima della procedura. La radioablazione viene quindi effettuata in soli tre minuti in un setting ambulatoriale, senza dolore e necessità di un accesso venoso periferico.
Dei primi sei pazienti sottoposti a questo tipo di radiochirurgia per il trattamento di una fibrillazione atriale, monitorati nei mesi successivi mediante controlli ecocardiografici e ECH Holter della durata di una settimana, cinque non hanno manifestato nuovi episodi di fibrillazione atriale. Un mappaggio elettroanatomico ha permesso di stabilire che nell’unico paziente in cui si è verificata una recidiva dell’aritmia questa era localizzata in una sede diversa da quelle trattata mediante radiochirurgia. Come sottolineato dagli stessi autori dello studio, sarà ora necessario valutare efficacia e sicurezza della procedura in studi randomizzati prospettici con campioni di studio più ampi.
Fabio Ambrosino
Bibliografia
1. Di Monaco A, Gregucci F, Bonaparte I, et al. Paroxysmal Atrial Fibrillation in Elderly: Worldwide Preliminary Data of LINAC-Based Stereotactic Arrhythmia Radioablation Prospective Phase II Trial. Fontiers in Cardiovascular Medicine 2022; https://doi.org/10.3389/fcvm.2022.832446.