
L’ablazione della fibrillazione atriale con elettroporazione si associa a risultati paragonabili a quelli ottenuti mediante ablazione con radiofrequenza in termini di efficacia, ma con meno complicanze e tempi procedurali ridotti.
È quanto emerso dallo studio PULSED-AF, i cui risultati sono appena stati presentati oggi al meeting annuale dell’American College of Cardiology (ACC.23), organizzato in collaborazione con la World Heart Federation e in corso in questi giorni a New Orleans.
I risultati sono stati pubblicati in simultanea su Circulation.
A differenza dell’ablazione con radiofrequenza o della crioablazione, l’ablazione con elettroporazione (o Pulsed Field Ablation) prevede l’applicazione di un’energia molto elevata – fino a 1500-2000 volt – ma per un periodo di tempo brevissimo, nell’ordine dei microsecondi.
La durata dell’applicazione di energia è così ridotta che il tessuto non ha il tempo di scaldarsi. L’ipotesi è che il meccanismo alla base dell’ablazione con elettroporazione possa ridurre il rischio di complicanze associate alle procedure già in uso, come il danneggiamento dell’esofago o del nervo frenico.
A New Orleans sono stati presentati i dati relativi a 300 procedure di ablazione della fibrillazione atriale con elettroporazione effettuate – dopo una prima fase di apprendimento in cui i medici coinvolti hanno trattato un paziente ciascuno – in 41 centri distribuiti negli Stati Uniti e in Canada, Australia, Austria, Belgio, Francia, Giappone, Paesi Bassi e Spagna su pazienti che continuavano ad avere fibrillazione atriale nonostante i trattamenti per la regolazione del ritmo.
Metà dei pazienti (N=150) era affetto da fibrillazione atriale parossistica e l’altra metà (N=150) da fibrillazione atriale persistente.
L’endpoint primario dello studio, costituito dall’assenza di episodi di fibrillazione atriale nel periodo compreso tra tre e dodici mesi dopo la procedura, si è verificato nel 66% dei pazienti con aritmia parossistica e nel 55% di quelli con una forma persistente. Un’efficacia, questa, paragonabile a quella descritta in letteratura in riferimento alle procedure di ablazione con radiofrequenza.
Per quanto riguarda la sicurezza della procedura è stato rilevato un solo evento avverso in ognuna delle due coorti di pazienti (un tamponamento/perforazione cardiaca nei pazienti con fibrillazione atriale peristente; un evento cerebrovascolare in quelli con aritmia parossistica), mentre i tempi procedurali sono risultati ridotti rispetto alle tecniche standard: nella maggior parte delle procedure il tempo di esecuzione totale è stato inferiore all’ora.
I risultati del trial PULSED-AF vanno però presi con cautela in quanto non era presente un gruppo di controllo e il campione di studio era piuttosto limitato. Saranno necessari altri studi per capire il valore di questa innovativa procedura, sia in termini sia assoluti che in riferimento alle tecniche già disponibili.