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Prevenzione del COVID-19 severo: quanto ne sanno i cardiologi?

Redazione By 20 Aprile 2023No Comments
SpecialiNews
COVID-19 severo

L’effetto dell’epidemia di COVID-19 sui sistemi sanitari è stato enorme e cercare di evitare il passaggio da malattia lieve o moderata a malattia di grado severo si è rivelato praticamente da subito un obiettivo strategico della prevenzione e del contenimento.

Per indagare sul livello di conoscenza di medici e professionisti della sanità rispetto ai fattori di rischio che favoriscono l’evoluzione a COVID-19 severo e alla loro importanza nella scelta delle terapie in pazienti con fragilità (prevalentemente anziani e con patologie pre-esistenti) e ai benefici, in termini di riduzione della probabilità di ricovero o decesso, dell’utilizzo di farmaci antivirali in questi soggetti è nato il progetto di una survey presentata nel 2022 al Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici (SIFO) e della Società Italiana di Cardiologia (SIC).

La survey ha cercato di indagare essenzialmente tre aspetti: quanto i professionisti conoscano i fattori di alto rischio di progressione a COVID-19 severo, quale sia il loro approccio verso l’utilizzo delle terapie antivirali, quanto la medicina di prossimità possa aiutare nella gestione del paziente a maggior rischio di evoluzione della malattia.

Tra le varie specializzazioni i cardiologi, provenienti principalmente da centri universitari e perlopiù under 40 (92,9%), sono quelli che hanno dichiarato più spesso un livello di conoscenza inadeguato (11,8% dei casi). Così come gli oncologi, essi vorrebbero anche maggiore disponibilità dei farmaci antivirali nelle farmacie locali e l’estensione della prescrivibilità ai medici specialisti. Sono poi risultati più sensibili rispetto alla modalità di somministrazione i soggetti che appartengono all’area della farmacia ospedaliera e a quella della cardiologia.

Questi risultati sono particolarmente rilevanti alla luce delle complessità legate alla gestione dell’infezione da SARS-CoV-2 nei reparti di cardiologia. Infatti, come ci hanno raccontato i medici del Policlinico Umberto I di Roma nel nostro reportage dedicato a questo tema, proprio la disponibilità di questi nuovi trattamenti ha permesso, insieme agli effetti della campagna vaccinale, di uscire dalla fase emergenziale e di riattivare completamente l’assistenza ai soggetti cardiopatici.

Scarica qui il report completo della survey.