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Monitoraggio dell’attività fisica: smartphone o wearable?

By 27 Febbraio 2020Aprile 22nd, 2022No Comments
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Monitoraggio attività fisica

La possibilità di un monitoraggio dell’attività fisica da remoto sta diventando una realtà di tutti i giorni, ma qual è il device migliore per la raccolta di questo tipo di informazioni? Al fine di rispondere a tale domanda uno studio pubblicato sul JAMA Network Open ha messo a confronto la raccolta dati effettuata mediante smartphone da solo o in associazione a un dispositivo wearable (1).

Nell’arco di due anni, da gennaio 2017 a gennaio 2019, sono stati arruolati 500 pazienti, suddivisi mediante randomizzazione in due gruppi di 250 soggetti ciascuno e assegnati per 6 mesi all’utilizzo di uno smartphone o di un wearable. Per incentivare la motivazione dei partecipanti i ricercatori avevano previsto una ricompensa al termine del trial: un dispositivo indossabile per i soggetti del gruppo smartphone e 50$ per quelli del gruppo wearable. L’età media del gruppo era di 46,6 ± 13,7 anni e le percentuali di composizione erano le seguenti: il 64% (n = 320) dei soggetti erano donne, il 44% (n = 219) erano bianchi e il 28% (n = 141) neri e il 28% (n = 141) del gruppo di studio era registrato a Medicare mentre il 26% (n = 128) a Medicaid.  

La valutazione è stata fatta in tre step a 30, 90 e 180 giorni. A 30 giorni non sono emerse differenze significative tra il numero di pazienti che trasmetteva i propri dati via smartphone o via wearable (86,7% vs 81,9%; 95% CI 1,5 a 11,3 punti percentuale; p = 0,13), mentre questo gap è risultato significativo a 90 giorni (77,6% vs 67,6%; 95% CI, con 2,1 a 17,8 punti percentuale; p = 0,01) e a 180 giorni (61,2% vs 46,5%; 95% CI, 6,0 a 23,5 punti percentuale; p = 0,001). Inoltre è stata rilevata una minore discontinuità della trasmissione nei soggetti del gruppo smartphone (hazard ratio, 0,66; 95% CI 0,50 – 0,86; p = 0,002) e nei pazienti di sesso maschile (hazard ratio, 0,71; 95% CI, 0,53-0,95: p = 0,02). Al contrario, tra coloro che erano registrati a Medicare è emersa una maggior discontinuità nella trasmissione dei dati (hazard ratio, 2,05; 95% CI, 1,41 – 2,96; p < 0,001). In generale, i risultati hanno messo in evidenza una resa migliore nella registrazione dei dati nei soggetti che utilizzavano lo smartphone.

La possibilità di rilevare parametri fisiologici mediante dispositivo portatili quali smartphone o wearable è sempre più spesso oggetto di studio (ad esempio, l’Apple Heart Study). A tal proposito la Apple, in collaborazione con Johnson & Johnson, ha recentemente progettato uno studio che vuole valutare la possibilità di ridurre il rischio di ictus grazie a un monitoraggio continuo effettuato tramite l’app Heartline Study, l’app ECG e la funzione di notifica del ritmo irregolare dell’iPhone e dell’Apple Watch. Lo studio sarà specificamente rivolto a persone di età superiore ai 65 anni e avrà una durata di 3 anni (2).

Vasilica Manole

Bibliografia

1. Patel MS; Polsky D, Kennedy EH, et al. Smartphone vs Wearable Devices for Remotely Monitoring Physical activity Hospital Discharge. JAMA Network Open 2020; 3(2): e1920677. doi:10.1001/jamanetworkopen.2019.20677.
2. La Terza G. Ictus: Apple collaborerà con Johnson & Johnson per ridurne i rischi. iPhoneItalia 2020.