Skip to main content

Maggiore la connessione sociale, minore il rischio di morte cardiovascolare prematura

A cura di Fabio Ambrosino By 2 Marzo 2023No Comments
Dai congressiNews
connessione sociale

Nelle aree geografiche caratterizzate da una maggiore connessione sociale tra persone con status socioeconomico diverso, definita attraverso l’analisi dei contatti su Facebook, il tasso di mortalità prematura per cause cardiovascolari è inferiore rispetto a quelle in cui la connessione sociale è minore.

È quanto emerge da uno studio statunitense i cui risultati saranno presentati in forma completa al meeting annuale dell’American College of Cardiology (ACC.23), quest’anno organizzato in collaborazione con la World Heart Federation, in programma dal 4 al 6 marzo a New Orleans.

Ricerche precedenti hanno messo in evidenza come un basso livello socioeconomico si associ a un rischio più elevato di andare incontro a una morte prematura per cause cardiovascolari. Lo studio in questione, tuttavia, è il primo che analizza la connessione sociale tra persone con status socioeconomici diversi attraverso i contatti Facebook.

Per stimare questo parametro i ricercatori hanno adattato una metodologia utilizzata di recente per valutare il livello di interazione sociale, attraverso post e messaggi, in aree geografiche diverse. Attraverso questa metodologia i ricercatori sono riusciti a distinguere tra i quartieri in cui le persone con status socioeconomici inferiori sono maggiormente connesse con quelle con status più elevati e quelli in cui, invece, tali livelli di connessione sociale erano più bassi.

Per calcolare i tassi di morte prematura per cause cardiovascolari i ricercatori hanno invece analizzato le cartelle cliniche relative a più di 900.000 decessi avvenuti in persone tra i 25 e i 65 anni di età tra il 2018 e il 2020, selezionando quelle che riportavano una patologia cardiaca come causa sottostante.

Incrociando i dati – e aggiustandoli in base a diverse variabili potenzialmente confondenti – è emerso che nei quartieri con livelli di connessione sociale più elevata tra status diversi il tasso di mortalità prematura è più basso rispetto a quelli caratterizzati da una connessione sociale minore. Un effetto, questo, che si mantiene anche analizzando i dati a livello nazionale: le aree con maggiore connessione sociale sono quelle in cui si muore di meno.

Va detto che lo studio in questione ha delle caratteristiche che ne limitano la generalizzabilità. Non è così scontato ad esempio che le persone iscritte a Facebook costituiscano un campione rappresentativo della popolazione generale. Saranno sicuramente necessari altri studi per comprendere meglio la relazione.

Tuttavia, i ricercatori hanno provato a ipotizzare alcuni possibili meccanismi coinvolti. È possibile ad esempio che intrattenere delle relazioni con persone con uno status socioeconomico più elevato sui social media aumenti la probabilità di imbattersi in opportunità educative e lavorative o in stili di vita salutari.

“Le reti sociali hanno un impatto importante sugli outcome di salute”, ha commentato Tabitha Lobo, ricercatrice dell’University Hospital Cleveland Medical Center e responsabile dello studio. “Ed esistono dei modi per migliorarle, ad esempio implementando programmi di tutoraggio giovanile, stage e interventi educativi utili a mettere in connessione tra loro le persone. Questi potrebbero avere un effetto a lungo termine sulle differenze che si riscontrano nei diversi quartieri in termini di mortalità cardiovascolare prematura”.