
L’implementazione di una struttura organizzativa basata sul ricorso alla telemedicina per l’esecuzione degli esami di ecocardiografia si associa a una riduzione delle liste di attesa e, di conseguenza, a un numero maggiore di diagnosi precoci.
È quanto emerge da uno studio osservazionale, i cui risultati sono stati pubblicati sul Giornale Italiano di Cardiologia, relativo all’esperienza dell’Ospedale Valduce di Como (1).
Negli ultimi anni la lunghezza delle liste di attesa per le prestazioni di diagnostica clinica e strumentale ambulatoriale erogate dal Servizio Sanitario Nazionale è diventata, come sottolineano gli autori dello studio, “una vera emergenza”.
Nonostante la pubblicazione nel 2019 del Piano Nazionale di governo delle liste di attesa per il triennio 2019-2021 (2), infatti, in molti casi i tempi di attesa – complice la pandemia di COVID-19 – sono ancora estremamente lunghi.
Sebbene l’impostazione del Piano fosse “certamente corretta da un punto di vista teorico”, infatti, alcune limitazioni hanno reso complessa la sua attuazione. Tra questi, ad esempio, l’assenza di indicazioni utili a migliorare l’accuratezza prescrittiva o di soluzioni per superare il problema della mancanza di specialisti.
Per quanto riguarda l’Ospedale Valduce, ad esempio, nel 2018 la lista di attesa per l’esecuzione di un’ecocardiografia era arrivata a oltre 12 mesi. “Un fallimento del servizio”, scrivono gli autori dello studio.
Si è quindi deciso di implementare un sistema di ecocardiografia in telemedicina, basato sul ricorso a consulenze esterne all’ospedale, adattando alle proprie esigenze un modello già sperimentato dall’Azienda Ospedaliera Polo Universitaria San Polo di Milano e l’Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo.
Realizzato in collaborazione con una startup dedicata, il modello prevede l’acquisizione delle immagini diagnostiche attraverso un sonographer situato presso l’Ospedale Valduce, la loro pre-refertazione da parte di un tecnico e il loro invio, attraverso un sistema PACS (Picture Archiving and Communication System), a un cardiologo specialista situato in un’altra sede per la revisione quantitativa e qualitativa.
“Al termine di questo processo – si legge nell’articolo pubblicato sul Giornale Italiano di Cardiologia – il cardiologo da remoto redige il referto conclusivo allegando le immagini esplicative, lo firma elettronicamente, lo finalizza in PDF e lo invia all’Ospedale mentre il sonographer è impegnato nell’esame successivo”.
Tra il 12 febbraio del 2018 e il 7 luglio del 2022 sono stati eseguiti con questa organizzazione ambulatoriale 20.782 esami. Il tempo di attesa per gli esami di ecocardiografia presso l’Ospedale Valduce è passato da 12 mesi (rilevazione del 12 febbraio 2018) a 15 giorni (rilevazione del 7 luglio 2022), sia per le prime visite che per i controlli.
In totale, dopo essere stati sottoposti a ecocardiografia in telemedicina, 3.706 pazienti inclusi nell’analisi (15% del totale) sono stati presi in carico dall’UOC di Cardiologia per ulteriori valutazioni. Di questi, 2.636 (71%) sono stati presi in carico in elezione programmando una valutazione clinica ambulatoriale entro un mese mentre 1.070 (29%) sono stati presi in carico con urgenza, impostando in tempi brevi il percorso medico o interventistico/cardiochirurgico.
“I risultati più importanti della nostra esperienza sono certamente la riduzione della lista di attesa (sulla quale sembra essere focalizzato l’interesse del decisore) – sottolineano gli autori – ma, soprattutto, la possibilità di diagnosi precoci che, in alcune patologie, può aver contribuito a migliorare la qualità di vita e la prognosi a distanza dei pazienti”.
Per quanto riguarda i costi, infine, si riporta che effettuando gli esami di ecocardiografia in telemedicina l’Ospedale Valduce, un ente religioso no-profit, ha conseguito un utile reale netto superiore a 250.000 euro, i quali sono stati destinati a investimenti interni.
“Lo spirito della resilienza evocata dal PNRR non è certo quello di adattarsi passivamente alle criticità ma presuppone la formulazione di soluzioni ai problemi sperimentando nuove strategie”, scrivono gli autori a conclusione dell’articolo. “Come ebbe a dire Grace Murray Hopper (una matematica e informatica militare statunitense) la frase più pericolosa è ‘abbiamo sempre fatto in questo modo’”.
Bibliografia
1. Corrado G, De Ponti R, Berlighieri N, et al. L’ecocardiografia in telemedicina: una possibile soluzione per il contenimento delel liste d’attesa in cardiologia. G Ita Cardiol 2023; 24: 212 – 221.
2. Ministero della Salute. Piano nazionale di governo delle liste di attesa per il triennio 2019-2021.