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Le variazioni nel tempo di NT-proBNP predicono il rischio di scompenso cardiaco?

A cura di Fabio Ambrosino By 14 Febbraio 2023No Comments
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NT-proBNP scompenso cardiaco

Esiste un’associazione tra le variazioni nel tempo dei livelli di NT-proBNP e il rischio di scompenso cardiaco e morte per tutte le cause?

È questa la domanda da cui è partito un gruppo di ricerca statunitense per uno studio osservazionale che ha messo in relazione esiti clinici con misure multiple dei livelli di questo biomarcatore in pazienti senza scompenso cardiaco (1).

I risultati, pubblicati di recente sul JAMA Cardiology, hanno messo in evidenza come le misurazioni in serie dei livelli di NT-proBNP potrebbero essere utili per la stratificazione del rischio di scompenso cardiaco e morte.

I ricercatori hanno preso in considerazione 9.776 individui senza scompenso cardiaco (età media: 57,1; 56,5% donne) provenienti da quattro comunità coinvolte nello studio osservazionale Atherosclerosis Risk in Community (ARIC), il cui protocollo prevedeva una serie di visite complete di misurazione di biomarcatori.

Lo studio in questione ha analizzato i dati relativi ai soggetti che avevano partecipato alle visite 2 e 4, realizzate a circa sei anni di distanza, i quali sono stati raggruppati in base ai livelli di NT-proBNP misurati nelle singole visite (<125 pg/mL o ≥125 pg/mL) e in base alle variazioni percentuali.

I risultati hanno messo in evidenza come, rispetto a quelli con livelli di NT-proBNP inferiori a 125 pg/mL in entrambe le visite, i soggetti con livelli uguali o superiori a 125 pg/mL in entrambe le visite avevano un rischio maggiore di sviluppare uno scompenso cardiaco (HR aggiustato: 2,40) o di andare incontro a morte (HR  aggiustato: 1,68).

Al contrario, tra i soggetti con livelli di NT-proBNP uguali o superiori a 125 pg/mL alla visita n.2 e inferiori a 125 pg/mL alla visita n.4 il rischio di scompenso cardiaco e morte è risultato paragonabile a quello dei soggetti con livelli di NT-proBNP inferiori a 125 pg/mL in entrambe le visite (HR: 1,01 e 0,79, rispettivamente).

Le variazioni percentuali dei livelli di NT-proBNP, infine, sono risultate associate positivamente con l’incidenza di scompenso cardiaco e morte (HR: 1,06 e 1,05, rispettivamente, per ogni deviazione standard di aumento) e con i livelli altri biomarcatori: colesterolo LDL, trigliceridi, indice di massa corporea e filtrato glomerulare stimato.

“Livelli persistentemente aumentati di NT-proBNP  sembrano essere associati al rischio più elevato – scrivono gli autori nelle conclusioni – mentre livelli ridotti al follow up a un rischio minore”.

Saranno necessari ulteriori studi per verificare questa ipotesi e stabilire se le variazioni nel tempo dei livelli di NT-proBNP possano essere effettivamente utilizzate per stratificare il rischio cardiovascolare in una popolazione di individui asintomatici.

Bibliografia

1. Jia X, Al Rifai M, Hoogeven R, et al. Association of Long-term Change in N-Terminal Pro–B-Type Natriuretic Peptide With Incident Heart Failure and Death. JAMA Cardiology 2023; doi:10.1001/jamacardio.2022.5309.