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Le app che misurano la frequenza cardiaca sono affidabili?

By 15 Maggio 2017Settembre 28th, 2021No Comments
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Esistono ormai diverse app per smartphone che permettono di misurare la frequenza cardiaca in modo estremamente rapido e in totale autonomia. Ma i dati raccolti sono veramente affidabili? Uno studio pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology ha recentemente dimostrato che le misurazioni effettuate attraverso queste applicazioni possono non essere attendibili, con un margine di errore che in alcuni casi supera i 20 battiti al minuto rispetto a quelle ottenute con elettrocardiogramma (ECG) o ossimetro.

I ricercatori hanno testato quattro applicazioni per smartphone disponibili sul mercato (scelte causalmente), due delle quali basate su un sistema di fotopletismografia a contatto (la misurazione si effettua appoggiando il dito sulla fotocamera) e due su un sistema di fotopletismografia non a contatto (la misurazione si effettua posizionando la fotocamera davanti al viso). L’accuratezza delle misurazioni è stata valutata mettendo a confronto le rilevazioni con i dati ottenuti tramite ECG e ossimetro, in un campione di 108 pazienti. Dai risultati è emersa una variabilità elevata tra le quattro applicazioni: in più del 20% delle misurazioni la differenza è risultata addirittura superiore ai 20 battiti per minuto, rispetto a ECG e ossimetro. In generale, quelle con un sistema di fotopletismografia non a contatto si associano a performance inferiori (r = 0.62 e r = 0.60) rispetto a quelle a contatto, soprattutto per frequenze cardiache elevate e basse temperature corporee. Tuttavia, anche fra le due applicazioni basate su un sistema di fotopletismografia a contatto sono emerse delle differenze. Infatti, mentre l’accuratezza di una di queste è risultata paragonabile a quella di un ECG o di un ossimetro (r = 0.92) l’altra, pur utilizzando la stessa tecnologia, è risultata meno affidabile (r = 0.83).

“La differenza emersa tra le due applicazioni ‘a contatto’ è probabilmente dovuta agli algoritmi utilizzati per misurare la frequenza cardiaca – ha commentato Christophe Wyss, cardiologo che ha condotto la ricerca – i quali sono protetti da segreto commerciale. Questo significa che per quanto una tecnologia possa funzionare in un’applicazione, questa potrebbe non garantire una buona performance in un’altra. Non si può quindi concludere che tutte le applicazioni basate su un sistema di fotopletismografia a contatto siano accurate”. In generale, come sostengono gli autori della ricerca, i medici e i pazienti dovrebbero essere coscienti che le differenze esistenti tra un’applicazione e l’altra possono essere sostanziali. “Inoltre – ha concluso Wyss – non sappiamo cosa succeda ai dati relativi alle misurazioni e dove questi vengano conservati, il che potrebbe rappresentare un problema in termini di privacy”.

Fabio Ambrosino

▼ Coppetti T, Brauchlin A, Müggler S, et al. Accuracy of smartphone apps for heart rate measurement. European Journal of Preventive Cardiology 2017; DOI: 10.1177/2047487317702044