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La supplementazione mensile di vitamina D riduce il rischio di eventi cardiovascolari maggiori?

Redazione By 31 Ottobre 2023No Comments
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vitamina D eventi cardiovascolari

Una supplementazione mensile di vitamina D riduce lievemente il rischio di eventi cardiovascolari, senza aumentare quello di eventi avversi. È quanto emerge dai risultati di un’ampia analisi condotta a partire dai dati del trial D-Health e pubblicata sul British Medical Journal, da cui si evince però l’assenza di un effetto del trattamento sulla mortalità (1).

Lo studio è uno dei cinque selezionati della nuova rubrica della rivista Recenti Progressi in Medicina dedicata alle evidenze mediche orientate al paziente (in inglese POEMs, Patient-Oriented Evidence that Matters) per il mese di ottobre 2023 (2). Si tratta di studi che – secondo la definizione del gruppo di medici di medicina generale statunitensi che da quasi trent’anni revisiona la letteratura per individuarli – hanno un impatto reale sulla pratica clinica, utilizzano outcome come mortalità e qualità della vita e sono metodologicamente validi e privi di conflitti di interesse (3).

Il trial D-Health ha indagato l’effetto di una supplementazione mensile di vitamina D su oltre 21.000 cittadini australiani di età compresa tra 60 e 84 anni che non stessero già assumendo vitamina D o per cui l’assunzione fosse controindicata (storia di calcoli renali, iperparatiroidismo e simili). Di questi, il 35% circa assumeva già una statina e il 46% un trattamento farmacologico attivo per patologie cardiovascolari. Il 42% riferiva un’anamnesi di ipertensione e il 22% di un’altra patologia cardiovascolare.

I 21.302 soggetti inclusi nell’analisi sono stati randomizzati, utilizzando la tecnica dell’assegnazione occultata (allocation concealment), per ricevere ogni mese un placebo (n=10.644) o 60.000 UI di vitamina D3 (colecalciferolo) (n=10.658) per 5 anni. Per favorire l’aderenza i partecipanti hanno ricevuto, per tutta la durata dello studio, un promemoria mensile per ricordarsi di assumere il trattamento.

L’analisi intention-to-treat ha mostrato come il 6,6% dei partecipanti trattati con placebo sia andato incontro a un evento cardiovascolare acuto in un periodo di 5 anni, contro il 6% di coloro che avevano assunto vitamina D. Una differenza, questa, risultata statisticamente non significativa.

Rimuovendo dall’analisi i pazienti deceduti per cause diverse da un evento cardiovascolare è però emersa una riduzione di 5,8 eventi cardiovascolari su 1.000 partecipanti nel gruppo trattato con vitamina D rispetto al gruppo trattato con placebo (95% CI -12,2 – 0,5), per un number needed to treat (NNT) di 172 in 5 anni. Non sono tuttavia emerse differenze tra i due gruppi in termini di mortalità.

I dati relativi alle singole tipologie di evento cardiovascolare hanno mostrato come l’incidenza di ictus non sia stata influenzata dall’assunzione di vitamina D. Il rischio di infarto miocardico e di essere sottoposti a una rivascolarizzazione coronarica sono invece risultati inferiori (HR: 0,81; 95% CI 0,67 – 0,98 e HR: 0,89; 0,78 – 1,01 rispettivamente). Non sono emerse differenze tra i due gruppi, infine, per quanto riguarda gli effetti avversi riportati.

I risultati suggeriscono quindi che l’integrazione di vitamina D potrebbe ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari gravi, anche se la differenza di rischio assoluto associata al trattamento è modesta e, come indicato dagli stessi autori dello studio, “l’intervallo di confidenza è coerente con un risultato nullo”. Va ricordato poi che in Italia la prescrizione di vitamina D a carico del Servizio Sanitario Nazionale è soggetta alle limitazioni imposte dalla Nota 96  e che la prevenzione degli eventi cardiovascolari non rientra tra le indicazioni terapeutiche riconosciute.

Bibliografia

1. Thompson B, Waterhouse M, English DR, et al. Vitamin D supplementation and major cardiovascular events: D-Health randomised controlled trial. BMJ 2023; 381: e075230.
2. Kurotschka PK, Serafini A, Ebell MH. La Top 5 di ottobre 2023. Gli studi clinici che vale la pena conoscere se lavori nelle cure primarie in Italia. Recenti Prog Med 2023; 114(11): 675-679.
3. Ebell MH, Serafini A, Kurotschka PK. Evidenze mediche orientate al paziente: un approccio pratico per rimanere aggiornati sugli studi che vale la pena conoscere. Recenti Prog Med 2023; 114(11): 639-641.