
Quali sono i fondamenti del ragionamento clinico? Come viene scelta la strategia diagnostica più appropriata? Quali sono le reazioni istintive che possono condizionare l’atteggiamento del medico? E quali sono i più comuni bias ed errori cognitivi che caratterizzano il processo diagnostico? Sono queste le domande alla base del libro La diagnosi ritrovata. Le basi del ragionamento clinico, scritto da Giampaolo Collecchia, Riccardo De Gobbi, Roberto Fassina, Giuseppe Ressa e Renato Luigi Rossi ed edito da Il Pensiero Scientifico Editore.
Gli autori, medici con esperienza quarantennale nel campo della medicina generale, hanno raccolto e poi narrato un ricco ventaglio di storie vissute nella loro pratica quotidiana, con l’obiettivo di rendere espliciti i meccanismi cognitivi alla base del ragionamento clinico. Vengono quindi analizzate tutte le fasi che compongono il processo diagnostico e descritti i possibili errori clinici e i motivi sottostanti le diagnosi differenziali trascurate. L’opera – rivolta sia agli studenti e agli specialisti in formazione che ai medici già in attività – si basa infatti su un assunto: la diagnosi in medicina non è il semplice prodotto di tante valutazioni specialistiche ma bensì la risultante di un processo di ascolto e condivisione.
“L’impatto che le varie tecnologie eserciteranno, in un prossimo futuro, sulla relazione medico-paziente – si legge nell’introduzione al testo – non sarà inferiore a quello a suo tempo prodotto dai vari strumenti di diagnostica radiologica: pure questi hanno apportato grandi e positive novità ma anche trasformato la relazione medico-paziente in una relazione medico-specialisti-paziente, in cui talora il medico curante preferisce inviare piuttosto che palpare, percuotere, auscultare e … ragionare”.
Le esperienze raccontate nel libro acquistano poi maggior valore alla luce delle conseguenze dell’emergenza COVID-19, con le sempre meno frequenti occasioni di contatto diretto tra medico e paziente e l’inevitabile aumento dell’utilizzo della telemedicina. “Il nostro libro – continuano gli autori – nasce in questo contesto di novità, incertezze, sogni, speranze e anche (a volte) delusioni, ma trae le sue origini da decenni di pratica clinica quotidiana appresa da Maestri che sedevano al letto del malato, lo ascoltavano, lo interrogavano, ponevano le proprie mani su di lui e quindi si volgevano a noi con un imbarazzante: ‘Visitalo anche tu e dimmi cosa ne pensi’”.