
In considerazione del progressivo invecchiamento della popolazione, in Europa il peso della fibrillazione atriale (FA) è destinato a raddoppiare entro il 2060, arrivando a colpire quasi 18 milioni di over 55. Questo è quanto emerge dal report Future of Anticoagulation, progetto realizzato da RAND Europe (con il supporto di Daiichi Sankyo) con il contributo da uno steering committe composto da 10 esperti di varie discipline tra clinici, farmacologi, esperti di economia sanitaria e associazioni di pazienti, provenienti da sei paesi europei (Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito).
Il progetto si prefigge di monitorare lo stato della gestione della FA in Europa e, contestualmente, prevederne le possibili evoluzioni soprattutto a fronte di una maggior comprensione degli “unmet needs”.
Tutte le attività si sono svolte sulla base delle indicazioni dello steering committee, includendo vari key opinion leader con l’obiettivo di ritrarre fedelmente la situazione delle principali discipline coinvolte, dalla cardiologia alla neurologia. Le ricerche condotte hanno incluso un’analisi della letteratura esistente, delle linee-guida più aggiornate, nonché delle relazioni preparate da associazioni di pazienti e istituzioni nazionali.
Sono state realizzate inoltre 60 interviste con gli esperti in due momenti distinti della ricerca: la prima tranche di interviste è stata raccolta a seguito dell’analisi della letteratura e delle linee-guida per comprendere la situazione della FA in ciascuno dei sei paesi coinvolti; la seconda tranche si è focalizzata in particolare sull’impiego dei nuovi anticoagulanti orali (NAO) nella prevenzione dell’ictus correlato a FA, cercando una proiezione il più rispondente possibile ai trend europei generali. Proiezione affinata, poi, attraverso l’analisi PESTLE che ha incorporato fattori politici, economici, sociali, tecnologici, legali, ambientali, per poi incrociarli con i trend demografici.
Tutti i dati sono stati raccolti, analizzati ed elaborati dall’Istituto di ricerca indipendente RAND Europe, in stretta collaborazione con lo steering committee, il quale ha revisionato e definito gli scenari futuri delineati dalla ricerca, e ne ha identificato rischi e opportunità, dando vita a una serie di raccomandazioni a breve e lungo termine per migliorare gli outcome dei pazienti con FA. Le raccomandazioni primarie a breve termine sono tre: aumentare la comprensione della FA tra il pubblico laico e i decisori pubblici, favorire percorsi educativi sulla gestione della FA, rivolti a operatori sanitari e pazienti, e sostenere la ricerca sulla FA attraverso i servizi sanitari in modo da monitorare al meglio gli interventi clinici.
Il Presidente della Commissione, professor John Camm (Professore di Cardiologia Clinica all’Università St. George di Londra, e di Cardiologia presso l’Imperial College di Londra), ha messo in evidenza, in particolare, la necessità di ottimizzare la politica sanitaria legata alla FA, dalla diagnosi al trattamento precoce, in modo da prevenire le morti evitabili in tutta Europa. A tale scopo, sottolinea Camm, è necessario che tutte le figure chiamate in causa collaborino in maniera efficace, perché la FA è un disordine del ritmo cardiaco, spesso asintomatico, dalle conseguenze altamente dannose e associato a significativa comorbilità e mortalità.