
La presenza di ipertensione o preeclampsia in gravidanza potrebbe associarsi a un rischio maggiore di ictus per il nascituro. È quanto emerge da uno studio svedese condotto su più di 5,8 milioni di bambini, i cui risultati sono stati presentati nel corso del congresso ESC Heart & Stroke 2021: la conferenza internazionale del Council on Stroke dell’European Society of Cardiology, in corso in formato virtuale dal 2 al 4 giugno.
I ricercatori hanno analizzato i dati relativi ai bambini nati in Svezia tra il 1973 e il 2014 e in Finlandia tra il 1987 e il 2014, prendendo in considerazione la presenza di ipertensione o preeclampsia nelle madri e l’incidenza di ictus e cardiopatia ischemica nei primi 40 anni di vita dei figli. Le analisi statistiche hanno tenuto conto dei fattori in grado di influenzare la relazione tra le variabili considerate quali l’anno di nascita, il sesso, la presenza di anomalie congenite, l’età e lo stato civile della madre, il livello di educazione, l’indice di massa corporeo, l’abitudine al fumo e l’eventuale familiarità per malattie cardiovascolari. Inoltre sono stati esclusi dalle analisi i bambini nati pretermine o con problemi di crescita neonatale e sono stati fatti studi di confronto sui fratelli dei soggetti per assicurarsi di non aver trascurato fattori genetici o ambientali rilevanti.
Degli oltre 5,8 milioni di neonati considerati 218.322 (3,76%) sono risultati nati da madri con ipertensione o preeclampsia mentre 2.340 (0,04%) e 5.360 (0,09%) sono stati vittime, rispettivamente, di una cardiopatia ischemica e di un ictus nei primi 41 anni di vita. La presenza di disturbi ipertensivi nelle madri è risultata associata a un rischio del 29% superiore di andare incontro a una cardiopatia ischemica e del 33% di ictus. Prendendo in considerazione anche i fratelli dei nascituri, tuttavia, l’associazione è risultata significativa solo per quanto riguarda il rischio di ictus.
“I dati relativi ai fratelli suggeriscono che i fattori genetici e ambientali condivisi costituiscono i principali elementi responsabili della relazione tra ipertensione in gravidanza e rischio di patologie ischemiche”, ha commentato Fen Yang del Karolinska Institutet di Stoccolma, autrice della ricerca. “Tuttavia l’aumento del rischio di ictus è emerso anche controllando queste variabili, a dimostrazione della possibilità di effetti intrauterini diretti. Questo è uno dei pochissimi studi in questo settore e sono necessarie ulteriori ricerche, anche perché trattandosi di uno studio osservazionale non è possibile trarre conclusioni sulla causalità”.
Fabio Ambrosino