
Avere preoccupazioni di tipo finanziario potrebbe determinare un aumento del rischio di infarto del miocardio. Saranno presentati al 18esimo Congresso Annuale della South African Heart Association i risultati di uno studio che ha analizzato l’associazione tra diversi fattori psicosociali e la probabilità di andare incontro a un evento cardiaco di questo tipo.
I ricercatori dell’University of the Witwatersrand di Johannesburg (Sud Africa) hanno preso in considerazione 106 pazienti sottoposti a valutazione clinica, presso una struttura pubblica, per un possibile infarto del miocardio e 106 soggetti di controllo sani, paragonabili per età, sesso ed etnia. Ai partecipanti è stato chiesto di rispondere a un questionario relativo al loro benessere psicologico, il quale indagava – attraverso una valutazione su Scala Likert – fattori quali depressione, ansia, stress lavoro-correlato e stress finanziario. I risultati di questa indagine sono stati poi messi in relazione ai valori relativi all’incidenza di infarto del miocardio relativi ai due gruppi. Il 96% dei soggetti che è poi andato incontro a un evento cardiaco di questo tipo aveva avuto esperienza di una qualche forma di stress, il 40% dei quali aveva riportato livelli di stress elevati. Tra gli individui che hanno riportato di avere preoccupazioni di tipo finanziario la probabilità di sviluppare un infarto del miocardio è risultata di 13 volte maggiore, rispetto ai soggetti che avevano riportavano livelli di stress finanziario minimi o nulli. La presenza di stress lavoro-correlato e di sintomi depressivi nel mese precedente allo studio sono risultate invece associata a un rischio rispettivamente di 5,6 volte e 3 volte superiore.
“I risultati del nostro studio suggeriscono che questi elementi di natura psicosociale costituiscono fattori di rischio importanti per l’infarto del miocardio acuto”, ha sottolineato Denishan Grovender, docente dell’University of the Witwatersrand e responsabile dello studio. “I pazienti sono spesso avvertiti riguardo i rischi associati allo stress a seguito di un evento cardiaco, ma è necessario farlo anche prima che questo si verifichi”.
Fabio Ambrosino