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Ictus, un avvio precoce alla terapia con statine potrebbe ridurre il rischio di disabilità

Redazione By 14 Giugno 2023No Comments
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ictus statine

La somministrazione precoce di statine a pazienti con ictus ischemico acuto di lieve entità o ad alto rischio per un attacco ischemico transitorio (TIA) riduce il rischio di sviluppare una disabilità?

È quanto suggeriscono i risultati del trial INSPIRES, presentati nel corso dell’ultima European Stroke Organisation Conference (ESOC). Inoltre, i dati hanno messo in evidenza anche un effetto positivo di una terapia antipiastrinica intensiva in termini di recidive di eventi ischemici, a costo però di un rischio di sanguinamenti più elevato.

Lo studio ha coinvolto 6100 pazienti con ictus ischemico acuto di lieve entità o ad alto rischio per un TIA (presenza di ateorsclerosi intracranica o extracranica con una stenosi superiore al 50%, verosimilmente associata ai sintomi, e ABCDscore di 4) provenienti da 222 ospedali distribuiti sul territorio cinese, i quali sono stati randomizzati a un disegno fattoriale 2×2:

  • Terapia antipiastrinica doppia (clopidogrel + aspirina) più terapia precoce (entro le 24 ore dall’ictus o o dal TIA) con statine ad alta intensità con atorvastatina;
  • Terapia antipiastrinica doppia più terapia ritardata (dopo le 72 ore dall’ictus o o dal TIA) con statine ad alta intensità;
  • Terapia antipiastrinica standard più terapia precoce con statine ad alta intensità;
  • Terapia antipiastrinica standard più terapia ritardata con statine ad alta intensità.

L’endpoint primario di efficacia dello studio era costituito dalle recidive di ictus a 90 giorni, mentre quello di sicurezza dall’occorrenza di un sanguinamento moderato o grave.

L’inizio precoce della terapia intensiva con statine dopo l’ictus non ha avuto un effetto sul rischio di recidive (P=0,58) e quello di sanguinamenti (P=0,34), ma è risultato associato a una riduzione significativa del rischio di sviluppare una disabilità (OR: 0,84; 95% CI, 0,72 – 0,99; P=0,04).

L’approccio intensivo con la doppia terapia antipiastrinica ha invece ridotto il rischio relativo di recidive a 90 giorni del 21% (OR 0,79; 95% CI; 0,66 – 0,94; P=0,007) rispetto alla terapia antipiastrinica standard. Allo stesso tempo, tuttavia, il trattamento è risultato associato a una probabilità doppia di andare incontro a un sanguinamento (OR 2,08; 95% CI; 1,07 – 4,03; P=0,02).

Infine i risultati hanno messo in evidenza un possibile effetto negativo, in termini di aumento dei sanguinamenti, associato alla combinazione tra terapia antipiastrinica doppia e inizio precoce della terapia con statine ad alta intensità rispetto all’approccio ritardato. Tale effetto non è però risultato statisticamente significativo (OR 1,70; 95% CI; 0,78 – 3,71; P=0,18).