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Icosapent etile dopo sindrome coronarica acuta. Una sottoanalisi dello studio REDUCE-IT

Redazione By 10 Marzo 2023No Comments
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Sono stati presentati nel corso dell’edizione 2023 del meeting annuale dell’American College of Cardiology (ACC.23), tenutosi a New Orleans tra il 4 e il 6 marzo, i risultati di una sottoanalisi dello studio REDUCE-IT relativa all’impiego di icosapent etile nel trattamento dei pazienti con una recente sindrome coronarica acuta. I risultati hanno messo in evidenza una riduzione significativa, nei soggetti trattati con l’estere etilico dell’acido eicosapentaenoico, del rischio di andare incontro a un primo evento e degli eventi ischemici totali, in assenza di un aumento dei sanguinamenti.

Lo studio randomizzato, multicentrico, placebo-controllato REDUCE-IT ha arruolato, in oltre 400 centri clinici distribuiti in 11 Paesi, 8.179 pazienti adulti con LDL-C controllato tra 41-100 mg/dL (mediana basale 75 mg/dL), in terapia con statine e con diversi fattori di rischio cardiovascolare: livelli persistentemente elevati di trigliceridi (135-499 mg/dL; mediana basale 216 mg/dL), storia di una precedente patologia cardiovascolare (coorte di prevenzione secondaria) o presenza di diabete mellito e almeno un altro fattore di rischio cardiovascolare (coorte di prevenzione primaria) (1).

I risultati dello studio, pubblicati sul New England Journal of Medicine nel 2018, avevano messo in evidenza una riduzione significativa dell’endpoint primario composito di morte cardiovascolare, infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, rivascolarizzazione coronarica e angina instabile nei soggetti trattati con icosapent etile, con un hazard ratio di 0,75 (0,68 – 0,83; P<0,001) (2).

A New Orleans sono stati presentati i dati di un’analisi post-hoc focalizzata sui soggetti che avevano avuto una sindrome coronarica acuta recente, definita come un infarto miocardico o un’angina instabile nei 12 mesi precedenti la randomizzazione, al fine di valutare l’effetto di icosapent etile sui primi eventi e sugli eventi ischemici totali.

Sono stati inclusi 840 soggetti, pari al 10,3% della coorte totale dello studio REDUCE-IT, i quali sono stati messi a confronto con 3.651 soggetti con una sindrome coronarica acuta risalente a più di 12 mesi prima della randomizzazione.

Nell’arco di cinque anni è emersa una riduzione del rischio assoluto di primi eventi del 9,3% nei pazienti in trattamento con icosapent etile, con un number needed to treat (NNT) di 11. In quelli con sindrome coronarica acuta risalente a più di 12 mesi prima della randomizzazione, invece, la riduzione è stata del 4,7%, con un NNT di 21.

Nei soggetti con sindrome coronarica acuta recente il numero di eventi avversi è risultato paragonabile a quello registrato nello studio complessivo. Non sono emerse differenze neanche per quanto riguarda il tasso di sanguinamenti, risultato simile tra i soggetti trattati con icosapent etile e quelli trattati con placebo nonostante l’uso estensivo della doppia terapia antiaggregante.

“In pazienti che dopo un infarto sono in trattamento con una dose alta di statina e trigliceridi elevati nonostante questa terapia, si può considerare icosapent etile”, ha commentato Sergio Leonardi, cardiologo dell’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. “La domanda sarà probabilmente ‘quanto devono essere alti questi trigliceridi?’. Sappiamo che questo valore è cambiato nel corso del trial, era 150 mg/dL inizialmente e poi è passato a 200 mg/dL, ma l’implicazione più ovvia e immediata è sicuramente la considerazione di icosapent etile nel percorso di fast track”.

Bibliografia

1. Bhatt DL, Steg PG, Brinton E, et al., on behalf of the REDUCE-IT Investigators. Rationale and Design of REDUCE‐IT: Reduction of Cardiovascular Events with Icosapent Ethyl–Intervention Trial. Clin Cardiol 2017; 40: 138-148.
2. Bhatt DL, Steg PG, Miller M, et al., on behalf of the REDUCE-IT Investigators. Cardiovascular Risk Reduction with Icosapent Ethyl for Hypertriglyceridemia. N Engl J Med 2019; 380: 11-22.