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Fotopletismografia facciale per lo screening della fibrillazione atriale?

By 18 Dicembre 2019No Comments
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Fotopletismografia facciale fibrillazione atriale

Sono da poco stati pubblicati su JAMA Cardiology i risultati di uno studio che ha valutato la possibilità di rilevare la frequenza cardiaca, ed eventuali alterazioni del ritmo cardiaco, tramite l’analisi della fotopletismografia facciale (FPPG) (1). La peculiarità di questo studio non è tanto il mezzo diagnostico, data l’ampia diffusione dei sensori fotopletismografici, quanto la sua potenziale applicazione: uno screening della fibrillazione atriale (FA) effettuato su più persone contemporaneamente grazie all’impiego di un’unica videocamera. Questo nuovo approccio, che permetterebbe quindi di risparmiare molto tempo per la diagnosi della fibrillazione atriale, solleva però delle questioni etiche relative al diritto alla privacy.

Di recente diversi studi hanno messo in evidenza un’aumentata incidenza della FA: “In Australia, Europa e USA l’attuale prevalenza di FA è tra l’1% e il 4%”, come riportato in un articolo pubblicato sull’International Journal of Clinical Practice in cui sono stati riassunti i dati della letteratura riguardante questa patologia (2). Anche in Italia l’incidenza sarebbe in crescita, con alcuni autori che attribuiscono questo aumento a una maggiore diffusione dei fattori di rischio e all’inadeguatezza dei programmi di screening (3).

Per quanto riguarda lo studio pubblicato sul JAMA, il campione analizzato era così composto: 20 pazienti (di cui 12 uomini) con FA permanente e un’età media di 76,6 anni e 24 pazienti (di cui 14 uomini) con normale ritmo sinusale e un’età media di 56,8. Sono stati effettuati in totale 64 video della durata di un minuto ciascuno, riprendendo 5 pazienti per volta (ogni paziente è comparso in almeno 7 video). Lo specialista che ha successivamente analizzato i video per rilevare episodi di FA era all’oscuro della storia clinica dei singoli pazienti. I tracciati che presentavano un polso irregolare per più del 50% della loro durata, sono stati considerati positivi per la FA.

Considerando il valore k = 0,91, l’affidabilità dei test-retest con fotopletismografia facciale è risultata, per la fibrillazione atriale, pari al 95,4% [95% CI, 0,79-1,00]. È sorprendente, inoltre, la concordanza tra ECG e la FPPG, risultata pari al 95,9% con valore k = 0,92 [95% CI, 0,88-0,96]. La frequenza cardiaca dei 5 pazienti ripresi è stata correttamente rilevata nel 79,7% dei video (n = 51) mentre solo un paziente è stato erroneamente classificato nel restante 20,3% (n = 13).

In un editoriale pubblicato sempre sul JAMA Cardiology, il cardiologo del Stanford Health Care-Stanford Hospital Minang Turakhia, oltre a elogiare i risultati dello studio, ha descritto i possibili impieghi in ambito diagnostico, soffermandosi sulla possibilità di effettuare uno screening collettivo per la fibrillazione atriale installando la tecnologia della fotopletismografia facciale nelle videocamere delle sale d’attesa (4). L’adozione di simili sistemi, tuttavia, fa sorgere dei problemi relativi alla privacy dei pazienti che non possono essere sottovalutati. Motivo per cui Turakhia incoraggia dibattiti non solo sulle future applicazioni di questi nuovi sistemi, ma anche sulle possibili implicazioni circa la privacy degli utenti.

Secondo Carlo Pignalberi – responsabile insieme a Roberta Agostini dell’Area di Bioetica dell’Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione – l’ipotetico impiego nelle sale d’attesa o in aree più affollate è in realtà poco percorribile. Questo, ha spiegato Pignalberi, in quanto “non c’è un modo di ottenere il consenso informato per un tale monitoraggio […] a meno che al momento del censimento non si chieda l’autorizzazione firmata per questo tipo di controllo strumentale, consenso che dovrebbe però riguardare tutte le persone presenti, in quanto l’assenza di una sola autorizzazione potrebbe portare a conseguenze legali”.

Vasilica Manole

Bibliografia

  1. Yan BP, Lai WHS, Chan CKY, et al. High-throughput, contact-free detection of atrial fibrillation from video with deep learning. JAMA Cardiology 2019; doi: 10.1001/jamacardio.2019.4004.
  2. Zulkifly H, Lip GYH, Lane DA. Epidemiology of atrial fibrillation. International Journal of Clinical Practice 2018; 72 (3): e13070.
  3. Pistoia F, Sacco S, Tiseo S, et al. The epidemiology of atrial fibrillation and stroke. Cardiology Clinics 2016; 34 (2): 255-68.
  4. Turakhia MP. Diagnosing With a Camera From a Distance—Proceed Cautiously and Responsibly. JAMA Cardiology 2019; doi:https://doi.org/10.1001/jamacardio.2019.4572