
Più della metà dei pazienti affetti da fibrillazione atriale parossistica in Italia potrebbe non ricevere la terapia anticoagulante più adeguata, a prescindere dal rischio e dalla durata di malattia. È quanto emerge da un recente studio osservazionale, realizzato nell’ambito del progetto Fai: la Fibrillazione atriale in Italia, che ha valutato i trattamenti antitrombotici utilizzati nelle diverse varianti dell’aritmia: persistente, permanente e parossistica. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Aging Clinical and Experimental Research (1).
Sono stati inclusi nell’analisi 4528 soggetti di età superiore a 65 anni, assistiti di medicina generale presso tre centri in Lombardia, Toscana e Calabria. Questi sono stati sottoposti a una doppia procedura di screening, basata su valutazione clinica ed elettrocardiogramma, grazie a cui sono stati identificati 319 casi di fibrillazione atriale (35,7% permanente, 21,3% persistente e 43% parossistica).
“I risultati indicano che, globalmente, il 69% dei pazienti con fibrillazione atriale assumeva terapia anticoagulante – ha spiegato Antonio Di Carlo dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-In), coordinatore del progetto – in percentuali significativamente diverse nei vari sottotipi: il 91% dei pazienti con la forma permanente, l’85% di quelli con la form persistente e solo il 43% di quelli con la parossistica”.
È inoltre emerso che molto spesso ai soggetti con fibrillazione atriale parossistica erano stati prescritti farmaci antiaggreganti piastrinici, meno efficaci nella prevenzione dell’ictus. A circa il 17% di loro, poi, non era stato prescritto alcun trattamento antitrombotico. “Oltre la metà di questi pazienti, quindi, non riceverebbe la terapia anticoagulante più adeguata – ha concluso Di Carlo – indipendentemente dalla valutazione del rischio clinico e dalla durata della malattia”.
Bibliografia
1. Di Carlo A, Mori F, Consoli D, et al. Influence of atrial fibrillation subtypes on anticoagulant therapy in a high -risk older population: the FAI project . Aging Clinical and Experimental Research 2022, Doi 10.1007/s40520-022-02140-w