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FANS e rischio di arresto cardiaco, quale link?

By 17 Marzo 2017Aprile 22nd, 2022No Comments
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FANS arresto cardiaco

Gli antinfiammatori non steroidei (FANS) sono comunemente ritenuti farmaci “a basso rischio”, al punto che molti di questi farmaci sono venduti al pubblico come farmaci da banco. Tuttavia, uno studio appena pubblicato sullo European Heart Journal – Cardiovascular Pharmacotherapy sembrerebbe suggerire un’associazione tra l’utilizzo di FANS e aumento del rischio di arresto cardiaco.

Il Registro Nazionale danese (Danish Cardiac Arrest Registry) ha identificato tutti i pazienti che, nel Paese scandinavo, hanno subito un arresto cardiaco fuori dall’ospedale tra il 2001 e il 2010. Sono stati raccolti i dati -provenienti da tutte le farmacie danesi- relativi alle prescrizioni di FANS rimborsate dal 1995, inclusi i FANS non selettivi (diclofenac, naprossene, ibuprofene) e gli inibitori selettivi della COX-2 (rofecoxib, celecoxib). La correlazione tra impiego di FANS e arresto cardiaco è stata valutata con uno studio caso-controllo, in cui ciascun paziente ha agito sia da caso che da controllo a seconda del periodo di tempo considerato, eliminando così il confondimento dovuto a comorbilità croniche. L’impiego di FANS nei 30 giorni antecedenti l’arresto cardiaco (caso) è stato paragonato all’uso di FANS nei precedenti 30 giorni senza arresto cardiaco (controllo).

Nel decennio preso in considerazione dallo studio, in Danimarca si sono verificati 28.947 episodi di arresto cardiaco fuori dall’ospedale. Di questi, 3.376 pazienti sono stati trattati fino a 30 giorni prima dell’evento con un antinfiammatorio non steroideo, prevalentemente ibuprofene e diclofenac, nel 51% e 22% dei casi rispettivamente. L’esame dei dati ha evidenziato un aumento del 31% del rischio di arresto cardiaco in correlazione all’assunzione di FANS: in caso d’impiego di diclofenac e ibuprofene il rischio è aumentato rispettivamente del 50% e del 31%, mentre non è stata evidenziata una correlazione con l’uso di naprossene, celecoxib e rofecoxib, probabilmente a causa di un numero di eventi scarsamente rappresentativo.

I FANS esplicano diversi effetti sul sistema cardiovascolare: influenzano l’aggregazione piastrinica favorendo la formazione di coaguli, il restringimento dei vasi arteriosi e l’aumento della pressione sanguigna. Ciò spiegherebbe il nesso con il maggior rischio di arresto cardiaco. “I risultati di questo studio devono ricordarci quanto i FANS siano tutt’altro che innocui” ammonisce Gunnar H. Gislason (Copenhagen University Hospital Gentofte), co-autore del lavoro. Alla luce delle numerose evidenze circa gli effetti avversi cardiovascolari dei FANS, il Prof. Gislason raccomanda un impiego prudente, e sotto stretto controllo medico, di questi farmaci, considerando dosi giornaliere non superiori a 1200 mg di ibuprofene o 500 mg di naprossene, mentre sconsiglia la somministrazione di diclofenac in pazienti cardiopatici o che presentino diversi fattori di rischio cardiovascolare.

Livia Costa

▼ Sondergaard KB et al., Non-steroidal anti-inflammatory drug use is associated with increased risk of out-of-hospital cardiac arrest: a nationwide case–time–control study. Eur Heart J Cardiovasc Pharmacother 2017;100-107 DOI: https://doi.org/10.1093/ehjcvp/pvw041