Skip to main content

Efficacia di edoxaban nel paziente oncologico con fibrillazione atriale

By 4 Luglio 2018Aprile 22nd, 2022No Comments
News
cardiologi twitter

La gestione della fibrillazione atriale (FA) nel paziente oncologico costituisce una sfida relativamente alla terapia antitrombotica per la prevenzione dell’ictus e degli eventi embolici sistemici, dal momento che i tumori possono comportare un aumentato rischio di trombosi ed emorragia ed una risposta non sempre prevedibile alla terapia anticoagulante. Ad oggi, inoltre, sono disponibili solo pochi dati sull’utilizzo dei nuovi anticoagulanti orali in questa specifica popolazione, in quanto i pazienti con cancro attivo sono spesso esclusi dai grandi trial clinici.

Nello studio ENGAGE AF-TIMI 48, che ha arruolato oltre 21.000 pazienti con FA randomizzati ad edoxaban vs. warfarin, i pazienti con cancro attivo, cioè con neoplasia di nuova diagnosi o recidivante post-randomizzazione, sono stati seguiti per un follow-up mediano di 2.8 anni. Complessivamente, 1153 pazienti (5,5%) hanno sviluppato una neoplasia, più frequentemente a carico dell’apparato gastrointestinale (n=179, 15,6%), seguito da tumore della prostata (n=157, 13,6%) e del polmone (n=127, 11%). Rispetto ai pazienti che non hanno sviluppato una neoplasia, nei pazienti con cancro attivo è stata registrata una mortalità più elevata (12,0 vs. 3,6%/anno; hazard ratio [HR] 3,3, intervallo di confidenza [IC] 95% 3,0-3,7) e una incidenza superiore di sanguinamenti maggiori (7,4 vs. 2,5%/anno; HR 2,9, IC 95% 2,4-3,4) ma non di ictus od embolia sistemica (HR 0,8, IC 95% 0,6-1,2). Nei pazienti oncologici, la somministrazione di edoxaban ad alte dosi si è dimostrata efficace nel prevenire l’ictus e gli eventi embolici sistemici rispetto a warfarin (0,8 vs. 1.7%/anno), a fronte di un analogo rischio di sanguinamenti maggiori (7,9 vs. 8,2%/anno) e morte. Per quanto attiene agli endpoint di efficacia e sicurezza, non sono state osservate differenze significative in termini di interazioni della terapia in base alla presenza o meno di neoplasia maligna.

Nei pazienti con FA e cancro attivo, edoxaban sembra quindi profilarsi come un’alternativa sicura ed efficace alla terapia anticoagulante con antagonisti della vitamina K, anche se tali dati dovranno essere confermati da studi clinici randomizzati volti a valutare l’impiego degli anticoagulanti orali diretti nel paziente oncologico con FA.

▼ Fanola C, Ruff C, Murphy S, Jin J, Duggal A, Mercuri M, et al. Efficacy and safety of edoxaban in patients with atrial fibrillation and active malignancy: an analysis of ENGAGE AF-TIMI 48 randomized clinical trial [abstract]. J Am Coll Cardiol 2017;69:325.