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EACTS 2022: nuove prospettive per la rianimazione cardiopolmonare dopo arresto cardiaco

Redazione By 7 Ottobre 2022No Comments
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rianimazione arresto cardiaco

Il settore della rianimazione cardiopolmonare dopo arresto cardiaco è in grande fermento, con lo sviluppo di nuovi strumenti in grado di sostituire temporaneamente la funzione cardiaca e polmonare anche in contesti extra-ospedalieri. Uno degli esempi più significativi in questo senso è un innovativo device di supporto cardiorespiratorio, presentato in occasione della 36esima edizione del congresso dell’European Association for Cardio-Thoracic Surgery (EACTS) in corso dal 5 all’8 ottobre a Milano, trasportabile in uno zaino e quindi utilizzabile anche a livello territoriale e nel corso di operazioni di soccorso estreme.

“In Italia ci sono ogni anno circa 60.000 arresti cardiaci – ci ha spiegato Antonio Petralia, CEO e direttore tecnico-scientifico di Eurosets, l’azienda biomedicale italiana che ha sviluppato il dispositivo – con una probabilità di sopravvivenza che va dal 5% al 10% legata all’efficienza del team, alla velocità di intervento e alla qualità delle procedure di rianimazione”(1).

Proprio a causa di questo scarso tasso di sopravvivenza negli ultimi anni è stato sviluppato un approccio – la cosiddetta rianimazione cardiopolmonare extracorporea (E-CPR) dopo arresto cardiaco – che prevede la combinazione di tecniche di rianimazione convenzionali e supporto vitale extracorporeo mediante l’uso dell’ossigenazione extracorporea a membrana (ECMO) (2). L’obiettivo della tecnologia prodotta da Eurosets e presentata al meeting 2022 dell’EACTS, denominata Colibrì, è quindi quello di contribuire ad aumentare la probabilità di sopravvivenza applicando questo approccio già a livello territoriale, nell’arco di tempo che va dal primo soccorso all’eventuale assistenza post-operatoria.

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“Quando il paziente arriva in ospedale collegato a un dispositivo ECMO ha due possibilità: viene indirizzato alla sala operatoria oppure al laboratorio di emodinamica per fare l’esame diagnostico, valutare eventuali problemi a livello delle coronarie o delle valvole e scegliere l’atto terapeutico. Stiamo parlando di un periodo che può durare ore, nel corso del quale il paziente collegato a Colibrì rimane sempre assistito”, ha aggiunto Petralia. “Se al paziente viene posizionato uno stent coronarico o per effetto del trauma si trova in una condizione di bassa gittata, poi, egli può restare collegato al device anche nel passaggio dalla sala operatoria alla terapia intensiva e fino alla ripresa funzionale del cuore”.

Dotato di una pompa centrifuga a levitazione magnetica e di un dispositivo in grado di ossigenare artificialmente il sangue, Colibrì potrà poi essere utilizzato sia in pazienti adulti sia, grazie a una pompa centrifuga dedicata, in bambini e neonati che necessitano di rianimazione per un arresto cardiaco causato da patologie congenite dell’apparato cardiocircolatorio e cardiorespiratorio.

“Nei prossimi quattro o cinque mesi il device verrà utilizzato in dieci centri selezionati distribuiti in Italia e in diversi Paesi europei – ha sottolineato Petralia –, con l’obiettivo di arrivare a circa 60-70 procedure e fare un check qualitativo di affidabilità della macchina. A quel punto, se i risultati saranno buoni, apriremo al mercato internazionale. C’è da considerare anche la curva di apprendimento: il dispositivo non è difficile da usare ma può essere complicato posizionare le canule nei vasi femorali e gestire il paziente in accordo con gli altri specialisti. Ci sono dei team in Italia che stanno già facendo dei test perché per usare uno strumento come questo servono un chirurgo toracico o un cardiochirurgo, un intensivista, un infermiere e un tecnico della macchina cuore-polmone”.

L’obiettivo, ha concluso il CEO di Eurosets, “è quello di uscire dal contesto ospedaliero e andare sul territorio”. Da qui le caratteristiche di Colibrì in termini di dimensioni ed ergonomia: il dispositivo – il cui arrivo sul mercato in Italia è previsto per la primavera del 2023 – pesa infatti meno di 9 kg e può essere collocato all’interno di uno speciale zaino indossabile che, munito di gancio baricentrico, ne consentirà il trasporto anche per via aerea come parte dell’equipaggio delle squadre di elisoccorso o attraverso l’uso di un drone. Inoltre, il sistema è dotato di una connessione wi-fi che consentirà l’osservazione dei parametri vitali del paziente sottoposto a rianimazione cardiopolmonare anche da remoto, al fine di garantire un monitoraggio continuo e salvaguardare la sicurezza degli operatori.

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Bibliografia:

1. Yan S, Gan Y, Jiang N, et al. The global survival rate among adult out-of-hospital cardiac arrest patients who received cardiopulmonary resuscitation: A systematic review and meta-analysis. Crit Care. 2020;24:61. doi: 10.1186/s13054-020-2773-2.
2. De Charrière A, Assouline B, Scheen M, et al. ECMO in Cardiac Arrest: A Narrative Review of the Literature. J Clin Med. 2021; 10(3): 534.