
Quanti sono i pazienti con diabete che presentano anche patologie cardiovascolari? A questa domanda ha risposto un ampio studio internazionale, denominato CAPTURE, che ha coinvolto quasi 10.000 pazienti con diabete di tipo 2 provenienti da 13 Paesi. I risultati, pubblicati recentemente su Cardiovascular Diabetology, hanno messo in evidenza come circa uno su tre presentasse una patologia cardiovascolare (1).
Lo studio epidemiologico, non interventistico, multicentrico, internazionale CAPTURE aveva l’obiettivo di valutare la prevalenza della malattia cardiovascolare complessiva nei pazienti con diabete tipo 2, di stimare la percentuale dei pazienti con fattori di rischio cardiovascolare e di identificare i trattamenti per il diabete più utilizzati. Dai risultati è emerso che il 34,8% dei 9.823 soggetti aveva una patologia cardiovascolare, il 90% delle quali di natura aterosclerotica. Le malattie coronariche sono risultate prevalenti, riguardando il 17% dei pazienti diabetici, mentre la malattia carotidea è stata rilevata in più del 9%, le malattie cerebrovascolari nel 7% e lo scompenso cardiaco sintomatico nel 2,4%.
“Il diabete non viaggia quasi mai da solo – ha commentato Giuseppina Russo, professore associato di Medicina Interna dell’Università di Messina, tra gli autori dello studio CAPTURE – perché è spesso accompagnato da altre patologie croniche. Il 70% delle persone con diabete è iperteso, il 30% presenta patologie renali concomitanti e più del 30% soffre di una patologia cardiovascolare su base aterosclerotica”.
In merito all’utilizzo dei trattamenti antidiabetici, invece, lo studio CAPTURE restituisce una situazione piuttosto paradossale: se da un lato la prevalenza di patologie cardiovascolari nei pazienti con diabete di tipo 2 risulta essere così elevata, dall’altro i farmaci ipoglicemizzanti con comprovato beneficio cardiovascolare (GLP1-RA e inibitori di SGLT2) sono utilizzati solo nel 21,9% dei pazienti. Un dato, questo, in contrasto con le più recenti linee guida SID/AMD che raccomandano invece di trattare i pazienti con pregressa malattia cardiovascolare con metformina e GLP1-RA o inibitori di SGLT2.
I risultati dello studio CAPTURE acquistano poi ulteriore rilevanza alla luce dell’emergenza COVID-19, che ha messo in evidenza l’elevato grado di vulnerabilità dei pazienti con patologie cardiovascolari. “Secondo i dati più recenti a rischiare maggiormente, tra le persone con cardiopatie, sono quelle che non controllano adeguatamente la pressione e quelle affette da grave patologia coronarica e disfunzione ventricolare”, ha spiegato Pasquale Perrone Filardi, Professore ordinario di Cardiologia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e Presidente eletto della Società Italiana di Cardiologia. “Il virus ha avuto conseguenze negative cardiovascolari in alcuni individui e peggiorato precedenti condizioni di cardiopatia o di insufficienza cardiaca”.
Effetti, questi, che spesso si protraggono anche in seguito alla diagnosi di guarigione, con conseguenze a carico dell’apparato respiratorio e cardiaco che possono manifestarsi anche nei mesi successivi alla negativizzazione dei pazienti. “Da questo quadro complesso dobbiamo trarre una importante lezione – ha aggiunto Perrone Filardi – ovvero che la presenza contemporanea di cardiopatia e diabete, che secondo lo studio osservazione CAPTURE si attesta quasi al 35%, rende i pazienti estremamente fragili. È quindi importante la prevenzione cardiovascolare e l’impiego di farmaci antidiabetici intelligenti come, ad esempio, gli agonisti di GLP1 o gli inibitori di SGLT2”.
Lo studio CAPTURE porta quindi ulteriori conferme in merito all’impatto delle patologie cardiovascolari nei pazienti con diabete, categoria in cui costituiscono la prima causa di morbilità e mortalità. Una relazione questa che sembra non essere oggetto dell’attenzione necessaria da parte sia degli operatori sanitari che dei pazienti. Secondo un’indagine condotta dall’International Diabetes Federation, denominata “Taking Diabetes to Heart”, una persona su dieci non è a conoscenza che la malattia cardiovascolare sia un fattore di rischio per il diabete, mentre una su quattro ritiene di avere un rischio basso o addirittura nullo.
Bibliografia
1. Mosenzon O, Alguwaihes A, Arenas Leon JL, et al. CAPTURE: a multinational, cross-sectional study of cardiovascular disease prevalence in adults with type 2 diabetes across 13 countries. Cardiovasc Diabetol 20, 154 (2021). https://doi.org/10.1186/s12933-021-01344-0.