
Secondo i risultati di uno studio presentato oggi all’EuroEcho2019, il congresso dell’European Society of Cardiology dedicato a cardiomiopatie e imaging per la terapia intensiva cardiologica, in programma a Vienna dal 4 dicembre al 7 dicembre, i benefici dovuti agli interventi di chirurgia bariatrica vanno oltre la perdita di peso.
Marie-Eve Piché, responsabile del Quebec Heart and Lung Institute, tra gli autori dello studio, ha commentato: “Gli interventi chirurgici bariatrici sono stati ideati per i cali ponderali, ma il nostro studio ha dimostrato che può essere impiegato anche per eliminare le disfunzioni subcliniche del cuore. Dato che queste anomalie sono predittori di eventi cardiovascolari avversi e addirittura mortali, la loro risoluzione potrebbe portare a una prognosi migliore”.
In particolare, lo studio ha valutato gli effetti degli interventi di chirurgia bariatrica sulle malattie cardiovascolari subcliniche e sulle comorbilità più comuni per i pazienti obesi, come diabete, ipertensione e dislipidemia. Sono stati arruolati 58 pazienti obesi, di cui 38 hanno subito l’intervento nell’arco della durata dello studio, mentre 19 sono rimasti in lista d’attesa. I dati impiegati per il confronto a inizio e per il follow up a sei mesi erano: l’elettrocardiogramma, il peso, la pressione sanguigna, i lipidi e il glucosio nel sangue.
A 6 mesi i pazienti che hanno subito l’intervento hanno perso il 26% del loro peso, mentre per quelli in lista è rimasto invariato. Anche le percentuali delle comorbilità sono risultate diverse nei due gruppi, più basse nei pazienti operati: 30% vs 60% per l’ipertensione, 5% vs 42% per la dislipidemia e 13% vs 40% per il diabete di tipo 2. Il 58% (n = 22) dei pazienti che hanno subito l’intervento di chirurgia bariatrica presentavano malattie cardiovascolari subcliniche all’inizio dello studio, situazione risultata completamente risolta nell’82% dei casi al termine della ricerca. Nello stesso arco di tempo, invece, il 53% dei pazienti rimasti in lista ha avuto un peggioramento delle patologie cardiovascolari subcliniche. Un’ulteriore conferma dell’efficacia dell’intervento si è avuta grazie a un confronto di 18 pazienti operati con altrettanti soggetti della stessa età e sesso, ma con un peso corporeo sano. Prima dell’intervento, i pazienti obesi avevano disfunzioni subcliniche peggiori, mentre al follow up a sei mesi erano simili ai soggetti di controllo.
“Abbiamo dimostrato – ha commentato Piché – che le patologie cardiovascolari subcliniche sono comuni. Al follow up a sei mesi in oltre 80% dei pazienti tali disfunzioni erano simili a quelle di un paziente con un peso nella norma – ha aggiunto inoltre –, sono migliorate anche le comorbilità, in particolare, i pazienti che hanno avuto remissione dal diabete di tipo 2 sono quelli che hanno avuto anche miglioramenti nelle funzionalità subcliniche del cuore. Al contrario i pazienti in lista con diabete di tipo 2 hanno avuto un peggioramento di tali anomalie”.
Vasilica Manole
1. Benefits of bariatric surgery on subclinical myocardial function using global longitudinal strain in severely obese individuals with and without diabetes. Abstract presentato il 5 dicembre 2019 a EuroEcho 2019.