Skip to main content

Cardiopatia ischemica stabile: cosa abbiamo imparato dallo studio SIGNIFY?

By 14 Luglio 2015No Comments
NewsInterviste

Intervista a Gian Piero Perna, Cardiologia-UTIC, Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti” di Ancona

Nel paziente con cardiopatia ischemica stabile si ha l’esigenza di conseguire fondamentalmente una riduzione degli eventi coronarici, nonché della sintomatologia e dell’ischemia. Partendo dal concetto ormai noto che un’aumentata frequenza cardiaca si associa ad un’aumentata mortalità nella cardiopatia ischemica, lo studio SIGNIFY si è posto l’intento ambizioso di ottenere una diminuzione della mortalità mediante la somministrazione di ivabradina, farmaco in grado di ridurre in maniera pura la frequenza cardiaca in aggiunta alla terapia medica ottimizzata.

I risultati dello studio possono essere interpretati sotto una duplice ottica. Dal punto di vista fisiopatologico, il SIGNIFY ci insegna che la frequenza cardiaca è un marker, e non un fattore di rischio, della cardiopatia ischemica e che il livello di funzione ventricolare sinistra gioca un ruolo rilevante dato che una riduzione della frequenza cardiaca si associa ad una riduzione della mortalità. I dati dello studio, infatti, dimostrano che il trattamento con ivabradina determina una minore incidenza di eventi avversi nei pazienti con importante disfunzione ventricolare sinistra, anche accompagnata a segni di scompenso, laddove non conferisce effetti favorevoli aggiuntivi in quelli con funzione ventricolare sinistra conservata. Dal punto di vista clinico, il SIGNIFY conferma precedenti evidenze ottenute con altri farmaci che documentano come una riduzione dei sintomi anginosi e dell’ischemia non sia associata ad un miglioramento della mortalità, e quindi della prognosi.

Alla luce dei risultati dello studio, emerge ancor più chiaramente la necessità in futuro di testare i farmaci da utilizzare per il trattamento della cardiopatia ischemica stabile su un numero adeguato di pazienti ai fini di un’accurata valutazione in termini di sicurezza ed interazioni farmacologiche.

http://youtu.be/APb-RrzRDsw