
Il tromboembolismo venoso è la seconda causa di morte nei pazienti oncologici. Questi, tuttavia, non sono quasi mai consapevoli del rischio trombotico associato alla loro patologia. A dirlo, i risultati di una survey promossa dalla European Cancer Patient Coalition (ECPC) – organizzazione internazionale che riunisce oltre 400 associazioni di pazienti oncologici – presentati in occasione dell’evento “Cancro e Trombosi: una correlazione rischiosa ancora poco conosciuta”, tenutosi il 20 novembre scorso presso la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica.
I dati relativi a questa associazione indicano un problema molto rilevante da un punto di vista clinico. Circa il 20% di tutti i casi di tromboembolismo venoso, infatti, si verifica in soggetti affetti da cancro, classe diagnostica in cui il rischio di andare incontro a trombosi venose profonde ed embolie polmonari è di 6 volte superiore rispetto alla popolazione generale e di 4-7 volte superiore se si considerano i soggetti sottoposti a chemioterapia (1,2,3). Inoltre, in molti casi il verificarsi di un evento trombotico costringe i pazienti a interrompere il trattamento anti-cancro.
“Il paziente oncologico è talmente spaventato dalla sua patologia e preoccupato da quella che può essere una diagnosi che riguarda la sua stessa vita – ha spiegato Paola Binetti, Senatrice e promotrice, insieme alla Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO), dell’evento tenutosi al Senato –, che nel momento in cui assume farmaci specifici e riesce a superare la fase più intensa e critica del cancro è come se si rilassasse e perdesse la volontà di acquisire consapevolezza sui rischi secondari”.
Pur essendo molto frequente, infatti, nella maggior parte dei casi i pazienti oncologici non sono a conoscenza del rischio trombotico associato al cancro e ai relativi trattamenti. Dei partecipanti alla survey dell’ECPC, ad esempio, il 72% non aveva mai sentito parlare di questa correlazione. Inoltre, tra quelli che invece ne erano a conoscenza, il 26% ha dichiarato di aver scoperto l’esistenza di questo rischio solo nel momento in cui è andato incontro a un evento tromboembolico.
“Bisogna fare in modo che i malati di cancro siano a conoscenza di questo potenziale rischio –, ha sottolineato Francesco De Lorenzo, Presidente FAVO e ECPC –, quindi stiamo cercando di capire, attraverso il dialogo con gli esperti e le istituzioni (…), come fare per attenerci a quelle forme di informazione che dicono ma senza allarmare il malato”. L’informazione, infatti, è fondamentale per ridurre l’onere associato a questa condizione. Ad esempio, è molto importante che i pazienti sappiano che è possibile mettere in atto dei comportamenti in grado di ridurre il rischio trombotico, come fare attività fisica o indossare calze contenitive.
Inoltre, negli ultimi anni sono stati sviluppati dei trattamenti più gestibili e meno impattanti, rispetto a quelli impiegati tradizionalmente, sulla qualità di vita dei pazienti. “Sono farmaci che vengono somministrati per bocca e a dose fissa, una o due volte al giorno, senza necessità di monitoraggio laboratoristico – ha spiegato Sergio Siragusa, Direttore dell’UO di Ematologia dell’AOUP di Palermo e Vice Presidente della Società Italiana di Ematologia.
“Sappiamo che il cancro, più che vincerlo riusciamo a cronicizzarlo – ha quindi concluso la Senatrice Binetti – ma nella misura in cui lo cronicizziamo emergono altri aggressori più o meno occulti. La trombosi è una di questi. Riuscire a parlarne con chiarezza, serietà e rigore scientifico, ma anche con serenità, ottimismo e la capacità di dire al paziente ‘hai superato una battaglia, con una maggiore attenzione supererai anche questa’, è la nuova sfida che noi dobbiamo vincere”.
▼1. Lyman GH. Venous thromboembolism in the patient with cancer: Focus on burden of disease and benefits of thromboprophylaxis. Cancer 2011; 117(7): 1334 – 1349.
2. Imberti D, Cimminiello C, Di Nisio M, et al. Antithrombotic therapy for venous thromboembolism in patients with cancer: expert guidance. Expert Opinion on Pharmacotherapy 2018; 19(11): 1177 – 1185.
3. Hisada Y, Geddins JE, Ay C, et al. Venous thrombosis and cancer: from mouse models to clinical trials. Journal of Thrombosis and Haemostasis 2015; 13(8): 1372 – 1382.