A cura di Gabriele Bronzetti, Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica, Ospedale S. Orsola-Malpighi di Bologna
È proprio così, con la precisione della poesia e l’indeterminazione della scienza, che il decreto Lorenzin dell’8 agosto 2014 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18/10/2014 impone un ECG a tutti i bambini che svolgono attività sportive parascolastiche (organizzate dalle scuole al di fuori dell’orario di lezione) e a coloro che fanno sport presso società affiliate alle Federazioni sportive nazionali e al CONI. Praticamente a tutti i deambulanti con legittima vocazione alla salute.
L’adagio “almeno una volta nella vita” vale fino ai 60 anni, decretando comicamente che un cinquantanovenne può serenamente accedere alla palestra con un ECG pre-sessantottesco, se mai fosse ancora leggibile. Si tratta di un decreto rivoluzionario: il consumo di carta termica rosa è schizzato alle stelle, così come la temperatura dei pur rodati elettrocardiografi italioti; gli ambulatori di ogni dove hanno finito le agende e le farmacie si stanno attrezzando per eseguire ECG al pari di pressione, colesterolo e tricologia per disperati. Le nuove disposizioni che regolano i certificati per l’attività non agonistica potrebbero diventare una formidabile occasione per imparare o re-imparare a leggere ECG pediatrici. Succede spesso di sentirsi rispondere da cardiologi specialisti “non posso e non sono tenuto a leggere questo ECG”, perché il paziente ha meno di 14 anni. Se per un bambino non è mai troppo presto per fare un ECG, per un cardiologo non è mai troppo tardi per imparare a leggerlo.
Almeno una volta nella vita.