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Riparazione percutanea della valvola mitralica: i vantaggi della tecnica “Pascal”

Intervista a Giuseppe Patti By 9 Aprile 2021Febbraio 22nd, 2022No Comments
Interviste

Qualche giorno fa è stato realizzato presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità di Novara il primo intervento in Piemonte di riparazione percutanea della valvola mitralica con tecnica “Pascal” per il trattamento dell’insufficienza mitralica. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Patti, professore ordinario di cardiologia dell’Università del Piemonte Orientale e direttore del Dipartimento Toraco-Cardio-Vascolare dell’APU Maggiore della Carità, il quale ci ha spiegato i vantaggi associati all’utilizzo di questa tecnica nei pazienti caratterizzati da un rischio troppo elevato per essere sottoposti a un intervento cardiochirurgico tradizionale.

La tecnica permette infatti di intervenire sull’insufficienza mitralica in modo mini-invasivo: senza apertura del torace e senza circolazione extracorporea. “Il paziente ideale candidato all’intervento di riparazione mitralica percutanea – spiega Patti – [..] è quello con insufficienza mitralica severa, ad alto rischio chirurgico (per cui l’intervento chirurigo di riparazione della vavola viene considerato a rischio proibitivo o comunque alto), sintomatico per la sua valvulopatia mitralica, con disfuzione ventricolare sinistra secondaria all’insufficienza mitralica o con cardiopatia dilatativa che si associa a un’insufficienza mitralica severa, con un ventricolo sinistro non eccessivamente dilatato in termini di volume telesistolico e telediastolico, con una dilatazione non importante dell’anulus mitralico o con un’insufficienza mitralica di tipo degenerativo con minime alterazioni della morfologia dei lembi valvolari mitralici”.

La natura mini-invasiva dell’intervento di riparazione percutanea della valvola mitralica con tecnica “Pascal” fa sì che questi pazienti possano essere dimessi pochi giorni dopo l’intervento con un beneficio immediato per quanto riguarda la sintomatologia. “Abbiamo intenzione di implementare il programma – conclude Patti – perchè sempre più pazienti anziani compromessi con insufficienza mitralica si presentano alla nostra attenzione, quindi avere questa strategia efficace alternativa alla chirurgia, quando questa è ad alto rischio, che permette un intervento mini-invasivo con una precoce dimissione del paziente rappresenta sicuramente un grosso vantaggio per i pazienti affetti da insufficienza mitralica“.

Fabio Ambrosino