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I 50 anni del GIC | Progressi nel trattamento della fibrillazione atriale

Intervista a Alessandro Capucci By 31 Agosto 2021Marzo 30th, 2022No Comments
Interviste

La rassegna dedicata ai cinquant’anni del Giornale Italiano di Cardiologia prevede la pubblicazione, in ogni numero del 2021, di un editoriale che sintetizzi i progressi fatti in un dato ambito della cardiologia. Nel numero di settembre è presente il commento di Alessandro Capucci del Dipartimento di Scienze Biomediche e Sanità Pubblica dell’Università Politecnica delle Marche, scritto in collaborazione con Paolo Compagnucci.

Dall’editoriale “Progressi nel trattamento della fibrillazione atriale” di Alessandro Capucci e Paolo Compagnucci:

progressi fibrillazione atriale“Nel corso del XX secolo, la nostra conoscenza della fibrillazione atriale (FA) si è trasformata: siamo passati dal considerare questa aritmia una mera conseguenza della stenosi mitralica reumatica e quindi secondaria ad un sovraccarico emodinamico, al riconoscere che la FA è una vera e propria sindrome clinico-elettrocardiografica, caratterizzata dalla presenza di specifici fattori di rischio, di un substrato anatomico ed elettrofisiologico con varie manifestazioni cliniche e complicanze, che includono l’ictus ischemico, l’embolia sistemica, lo scompenso cardiaco e la morte per cause cardiovascolari, il substrato favorente essendo non solo quello emodinamico ma anche e soprattutto esiti fibrotici a livello atriale sinistro oppure firing di stimoli ad elevata frequenza provenienti dalle vene polmonari. Queste conoscenze sono emerse soprattutto negli ultimi 50 anni ed ancor più a partire dagli anni ’90 del XX secolo, grazie alla pubblicazione di importantissimi studi sull’epidemiologia, sui fattori di rischio e sulle conseguenze della FA, che hanno portato all’esplosione della ricerca in questo campo della medicina, tanto che oggi la FA rappresenta una delle più importanti tematiche della cardiologia moderna.

L’invecchiamento progressivo della popolazione nei paesi occidentali e la diffusione di fattori di rischio età-correlati, quali l’ipertensione arteriosa, lo scompenso cardiaco, il diabete mellito e l’obesità, hanno fatto sì che la FA divenisse la più comune aritmia cardiaca sostenuta, con una prevalenza stimabile intorno al 2-4% della popolazione generale, che si prevede possa raddoppiare nel corso dei prossimi anni. Le migliori conoscenze sull’epidemiologia e la fisiopatologia della FA hanno alimentato lo sviluppo e l’introduzione in pratica clinica di nuove possibilità terapeutiche, che si sono dimostrate capaci di prolungare la vita e migliorare la sintomatologia dei pazienti”.

Bibliografia

1. Capucci A, Compagnucci P. Progressi nel trattamento della fibrillazione atriale. G Ital Cardiol 2021;22(9):689-696.