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I 50 anni del GIC | Progressi in elettrofisiologia ed elettrostimolazione

Intervista a Massimo Santini e Luca Santini By 4 Maggio 2021Aprile 22nd, 2022No Comments
Interviste
elettrofisiologia elettrostimolazione

Sia l’elettrofisiologia che l’elettrostimolazione cardiaca sono andate incontro, negli ultimi cinquant’anni, a una continua innovazione in termini sia clinici che tecnologici. In occasione del cinquantenario del Giornale Italiano di Cardiologia abbiamo parlato con Massimo Santini della Clinica Pio XI di Roma e Luca Santini dell’Ospedale GB Grassi di Ostia – tra gli autori di un editoriale sul tema pubblicato nell’ultimo numero della rivista – dell’evoluzione delle conoscenze e delle tecnologie disponibili in questi campi.

Cinquant’anni di elettrofisiologia

A partire dagli anni settanta dove aveva prevalentemente finalità diagnostiche, dalla registrazione dell’ECG endocavitario allo studio delle aritmie, l’elettrofisiologia ha acquisito un ruolo fondamentale nel trattamento delle diverse aritmie, soprattuto in seguito all’avvento dell’ablazione transcatetere e all’arrivo dei sistemi di mappaggio. “Da 35 anni a oggi l’elettrofisiologia ci ha sempre dato, ogni cinque anni, delle novità tecnologiche – commenta Massimo Santini – quindi noi immaginiamo che anche nei prossimi cinque, dieci anni avremo qualcosa di rivoluzionario”.

Cinquant’anni di elettrostimolazione

Non meno rilevanti, poi, i progressi raggiunti in elettrostimolazione, metodica nata negli anni ’60 come intervento salvavita di pertinenza cardiochirurgica. Da quel momento, infatti, le tecnologie sviluppate in quest’ambito sono andate a ricoprire un ruolo sempre più determinante nel trattamento di alcune patologie, fino a diventare uno strumento fondamentale per il monitoraggio remoto dei soggetti cardiopatici. “L’elettrostimolazione è nata sulla base delle conoscenze che l’elettrofisiologia aveva acquisito, esattamente come terapia: il pacemaker è nato come un dispositivo che doveva risolvere un blocco e stimolare il cuore del paziente”, spiega Luca Santini. “Da lì l’evoluzione è stata costante e i dispositivi si sono evoluti e sono diventati oggi, una preziosissima fonte diagnostica”.

 

Dall’editoriale “50 anni di elettrofisiologia ed elettrostimolazione” di Massimo Santini, Luca Santini e Fabrizio Ammirati:

Giornale Italiano di Cardiologia“Durante questi ultimi 50 anni sia l’elettrofisiologia che l’elettrostimolazione cardiaca ci hanno fatto assistere ad una continua innovazione sia sul piano clinico che tecnologico. Siamo passati dalle prime registrazioni endocavitarie dell’ECG del fascio di His all’identificazione dei vari meccanismi e sedi delle diverse tachiaritmie sopraventricolari e ventricolari, dalle metodiche di sofisticato mappaggio endocavitario tridimensionale alle diverse procedure ablative dei vari circuiti di rientro e all’isolamento delle vene polmonari per eliminare la fibrillazione atriale. Nell’ambito dell’elettrostimolazione cardiaca siamo passati dai pacemaker monocamerali, ai bicamerali, ai biventricolari, ai defibrillatori automatici endocavitari dotati di molteplici algoritmi diagnostici e terapeutici e del controllo remoto. Recentemente sono stati introdotti dispositivi che non necessitano di elettrocateteri endocavitari sia per scopi diagnostici che terapeutici (loop recorder, leadless pacemaker, defibrillatore sottocutaneo) che hanno apportato notevoli benefici sia nella riduzione che nella gestione delle varie complicanze”.

Bibliografia

Santini M, Santini L, Ammirati F. 50 anni di elettrofisiologia ed elettrostimolazione. G Ital Cardiol 2021;22(5):341-351