È stata pubblicata di recente sul Giornale Italiano di Cardiologia una rassegna sugli effetti renali degli inibitori SGLT2 – frutto del lavoro dell’Area Cardiorenale e Metabolica dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) – che approfondisce il ruolo e il meccanismo d’azione di queste molecole nell’ambito dello scompenso cardiaco, analizzandone l’efficacia in relazione alla frazione di eiezione e alla presenza o meno di diabete e insufficienza renale (1). Ne abbiamo parlato con Massimo Iacoviello del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università degli Studi di Foggia, co-chairman dell’Area Cardiorenale e Metabolica, il quale ci ha illustrato i punti chiave di questo lavoro.
Descrivendo gli effetti renali degli inibitori di SGLT2, Iacoviello e gli altri membri di quest’Area ANMCO hanno sottolineato quanto nei pazienti diabetici sia importante il ruolo del rene nella gluconeogenesi e nella regolazione della glicemia. I cotrasportatori sodio-glucosio di tipo 2 sono infatti sovraespressi nel paziente diabetico, determinando un eccesso di riassorbimento di glucosio e una condizione di iperfiltrazione a livello glomerulare, presupposto per il progressivo declino della funzione renale nel paziente diabetico.
L’inibizione di SGLT2 limita questa reazione fisiopatologica aumentando l’eliminazione di glucosio e sodio attraverso il rene e determinando, quindi, una minore iperfiltrazione. Un meccanismo, questo, che è coinvolto anche nel beneficio associato all’efficacia degli inibitori di SGLT2 nell’ambito dello scompenso cardiaco. Si tratta quindi di un effetto nefroprotettivo dovuto a un meccanismo comune, che si traduce poi in un minore consumo di ossigeno e a una migliore funzionalità renale.
Bibliografia
1. Benvenuto M, Panzarella G, ShehajE, et al. Gli effetti renali degli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 in pazienti con malattia cardiovascolare con e senza insufficienza renale cronica. G Ital Cardiol 2023; 24: 188-195.