
Ne parla Massimo Volpe, Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare, Ospedale S. Andrea, Sapienza Università di Roma
Le indicazioni per l’uso dell’aspirina in prevenzione cardiovascolare primaria continuano ad essere argomento di dibattito, con divergenze importanti tra le principali linee guida internazionali. In Italia l’impiego dell’aspirina in prevenzione primaria è relativamente modesto e l’indicazione è circoscritta a quei pazienti con un rischio cardiovascolare >20% nei 10 anni successivi. Persino in prevenzione secondaria l’uso dell’aspirina ricopre solo una percentuale limitata di pazienti.
In questo scenario, nuove evidenze di carattere epidemiologico, nonché primi dati derivanti da studi prospettici, lasciano intendere che l’aspirina possa giocare un ruolo rilevante nella prevenzione del cancro. Tenuto conto che il cancro assieme alle patologie cardiovascolari formano il maggiore carico di malattia che affligge l’umanità, si può ben intuire il ruolo centrale che potrebbe rivestire l’aspirina, quale opzione che va ad aggiungersi alle opportunità di trattamento da valutare nel singolo paziente.
Il documento di consenso intersocietario sull’impiego dell’aspirina in prevenzione primaria vuole essere uno strumento pratico per il medico, affinché sulla base degli elementi conoscitivi a disposizione possa districarsi nel valutare i vantaggi derivanti dall’utilizzo dell’aspirina in termini di prevenzione degli eventi aterotrombotici versus gli svantaggi legati al rischio emorragico.