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Congresso SIC: nell’anno della COVID-19, non dimentichiamo la salute cardiovascolare

A cura di Fabio Ambrosino By 17 Dicembre 2020Marzo 2nd, 2022No Comments
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Congresso SIC

Inevitabilmente, la COVID-19 è stata al centro della cerimonia inaugurale del Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia (SIC) – il primo della storia organizzato interamente in formato digitale, in programma da oggi fino al 20 dicembre – nel corso della quale il Presidente SIC Ciro Indolfi ha riassunto le iniziative messe in atto dalla società scientifica nel corso di quest’anno così particolare. Un anno fatto di emergenze, scelte ed errori che hanno avuto ripercussioni significative anche sul mondo della cardiologia.

Congresso SIC

La piattaforma digitale dell’81esima edizione del Congresso Nazionale SIC.

Prima, tuttavia, sono stati trasmessi i saluti del Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi (“Viviamo una stagione in cui i temi della ricerca e dell’innovazione sono ritornati al centro del dibattito pubblico”) e del Ministro della Salute Roberto Speranza, il quale ha sottolineato come la pandemia abbia delle conseguenze anche sulla gestione di altre patologie, in termini di screening, visite e interventi saltati a causa dell’emergenza: “Dobbiamo, allo stesso tempo, battere il virus e recuperare ciò che in questi mesi è stato lasciato indietro”, ha spiegato.

Si è parlato molto, infatti, degli effetti indiretti della pandemia sulla salute cardiovascolare. Nel corso di una ricostruzione delle attività svolte dalla SIC – fatta ripercorrendo i tweet dell’account ufficiale – Indolfi ha raccontato come la società sia stata la prima organizzazione scientifica al mondo a evidenziare un calo degli accessi per eventi cardiovascolari acuti durante il lockdown. Già a marzo, infatti, venivano pubblicati i dati di un’indagine condotta su 50 ospedali italiani, i quali mettevano in evidenza un calo superiore al 50% dei ricoveri per infarto del miocardio nella settimana dal 12 al 19 marzo 2020, rispetto alla stessa settimana del 2019.

Un calo seguito poi dall’evidenza di un aumento dei decessi per malattie cardiovascolari tempo-dipendenti. “Ci siamo ritrovati ad avere a che fare con la cardiologia di venti anni fa  – ha commentato Indolfi -, e tutto per la paura del contagio, che ha spinto molti pazienti a non recarsi in ospedale”. Il Presidente SIC ha quindi descritto la campagna lanciata dalla società per sensibilizzare sui rischi associati alla conversione dei reparti di cardiologia e della terapie intensive cardiologiche in reparti destinati ai Covid-19, sottolineando come questo tipo di intervento emergenziale fosse il risultato di un “errore di valutazione”.

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I numeri dell’81esima edizione del Congresso Nazionale SIC, il primo della storia in formato digitale.

“Grazie all’intuito di Ciro Indolfi e della SIC è stato possibile limitare i danni nel corso della seconda ondata”, ha sottolineato Stefano Urbinati, Presidente dell’Italian Federation of Cardiology, a cui ha fatto eco il Presidente ANMCO Domenico Gabrielli che ha sottolineato come le società scientifiche debbano dimostrare, in queste circostanze, “un coraggio e un ottimismo responsabile”. “Sono moltissime le persone che non ce l’hanno fatto a causa della Covid-19 ma le malattie cardiovascolari rimangono la causa di morte principale in Europa”, ha ricordato Stephan Achenbach, Presidente dell’European Society of Cardiology, intervenuto dopo Athena Poppas, Presidente dell’American College of Cardiology, e Mitchell Elkind, Presidente dell’American Heart Association.

“Da sempre le pandemie fanno vittime con i virus, ma spesso lo fanno ancora di più per l’incapacità di tenere fisse le proporzioni”, ha commentato Paolo Mieli, giornalista e saggista, ospite d’onore della cerimonia inaugurale, ricordando come alla fine dell’anno i decessi legati alla Covid-19 saranno circa 70.000 mentre quelli legati alle patologie cardiovascolari si aggirano in media intorno ai 250.000 all’anno. In altre parole, di fronte sanitario e sociale dell’emergenza è fondamentale non commettere l’errore di trascurare le altre patolgoie che continuano a colpire centinaia di migliaia di pazienti ogni anno e nei confronti delle quali è stato possibile ottenere risultati clinici straordinari.

Fabio Ambrosino