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MONITOR-HF: nuove evidenze sul monitoraggio remoto della pressione arteriosa polmonare

A cura di Fabio Ambrosino By 20 Maggio 2023No Comments
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MONITOR-HF

Nuove evidenze relative ai pazienti con scompenso cardiaco mostrano che il monitoraggio remoto della pressione arteriosa polmonare mediante sensore wireless impiantabile riduce le ospedalizzazioni e migliora la qualità di vita.

Sono stati presentati oggi nel corso di una late breaking science session di Heart Failure 2023, il meeting annuale dell’Heart Failure Association in corso dal 20 al 23 maggio a Praga, i risultati del trial randomizzato MONITOR-HF, il quale ha valutato questo tipo di intervento nei Paesi Bassi.

Fino a oggi gli studi che avevano valutato il monitoraggio remoto della pressione arteriosa polmonare nel contesto dello scompenso cardiaco avevano ottenuto risultati discordanti. Sia le linee guida europee che quelle americane sulla gestione dello scompenso cardiaco, di conseguenza, indicano questo tipo di monitoraggio come una pratica dal valore incerto (raccomandazione di livello IIIb).

Il trial MONITOR-HF ha reclutato 348 pazienti con scompenso cardiaco cronico provenienti da 25 centri dei Paesi Bassi, in classe NYHA III, con qualsiasi frazione di eiezione del ventricolo sinistro e con almeno un precedente episodio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco o visita urgente con somministrazione di diuretici.

I partecipanti avevano un’età media di 69 anni, una frazione di eiezione media del 30% ed erano in larga parte di sesso maschile (75%). Questi sono stati randomizzati con rapporto 1:1 per essere sottoposti a monitoraggio remoto della pressione arteriosa polmonare o gestione standard (comprendente di una valutazione regolare dei livelli di peptidi natriuretici e un’ecocardiografia annuale). Il follow up medio è stato di 18 mesi.

L’endpoint primario dello studio era costituito dalle variazioni della qualità di vita misurata mediante Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire (KCCQ) e quello secondario dal numero di ospedalizzazioni per scompenso cardiaco e/o visite urgenti con somministrazione di diuretici per via endovenosa.

A 12 mesi le variazioni medie dei punteggi KCCQ sono risultate pari a +7 nel gruppo sottoposto al monitoraggio remoto e -0,2 in quello sottoposto al monitoraggio standard, per una differenza media a favore dell’intervento sperimentale di 7,1 punti (p=0,013). Per quanto riguarda le ospedalizzazioni per scompenso cardiaco, invece, a un follow up medio di 1,8 anni ne sono state riscontrate rispettivamente 118 e 212 ([HR] 0,56; IC 95& 0,38 – 0,84; p<0,01).

Il beneficio a favore del monitoraggio remoto della pressione arteriosa polmonare è emerso in tutti i sottogruppi considerati, al di sotto e al di sopra della soglia del 40% della frazione di eiezione. La procedura, poi, è risultata relativamente sicura, con il 97,7% dei pazienti libero da complicanze legate al device e il 98,8% liberi da problematiche legate al funzionamento del sensore.