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Infarto miocardico: la forza nelle gambe predice il rischio di scompenso cardiaco?

A cura di Fabio Ambrosino By 20 Maggio 2023No Comments
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gambe scompenso cardiaco

Tra le persone che vanno incontro un infarto miocardico acuto, la forza della muscolatura delle gambe è correlata al rischio di sviluppare uno scompenso cardiaco.

È quanto emerge da uno studio presentato a Heart Failure 2023, il meeting annuale dell’Heart Failure Association in corso dal 20 al 23 maggio a Praga.

Sono stati presi in considerazione 932 pazienti ricoverati per tra il 2007 e il 2020 per un infarto miocardico acuto, in quali non avevano uno scompenso cardiaco prima dell’evento né erano andati incontro a complicanze correlate durante l’ospedalizzazione. Tra questi, l’età media era di 66 anni e la percentuale di soggetti di sesso maschile era ampiamente superiore a quelli di sesso femminile, pari all’81%.

La forza delle gambe è stata stimata attraverso la forza massima dei muscoli quadricipiti, misurata attraverso un dinamometro applicato alla caviglia dei pazienti durante una contrazione muscolare di 5 secondi in posizione seduta. Tale misurazione è stata eseguita su entrambe le gambe, per le analisi i ricercatori hanno utilizzato una media dei due valori ottenuti calcolandola in termini percentuali rispetto al peso corporeo.

I pazienti sono stati quindi suddivisi in due gruppi – forza “bassa” (n=451) e forza “alta” (n=481) – a seconda che il valore medio della forza dei loro quadricipiti fosse superiore o inferiore alla mediana del loro sesso (33% per le donne, 52% per gli uomini).

Durante un follow up medio di 4,5 anni, 67 pazienti (7,2%) hanno sviluppato uno scompenso cardiaco, con un’incidenza pari a 22,9 per 1000 persone/anno nel gruppo con forza “bassa” delle gambe e 10,2 per 1000 persone/anno nel gruppo con forza “alta”.

I ricercatori hanno quindi analizzato l’associazione tra forza delle gambe e rischio di scompenso cardiaco dopo un infarto miocardico acuto tenendo conto di variabili quali l’età, il sesso, l’indice di massa corporea, storia di infarto miocardico o angina pectoris, funzionalità renale e presenza di diabete, fibrillazione atriale, broncopneumopatia cronica ostruttiva e arteriopatia periferica. Rispetto ai soggetti con forza delle gambe “bassa”, quelli con forza “alta” sono risultati associati a un rischio del 41% inferiore di sviluppare scompenso cardiaco ([HR] 0,59; IC 95% 0,35 – 1,00; p = 0,048).

Analizzando la relazione considerando la forza delle gambe in termini di variabile continua è poi emerso che ogni aumento del 5% della forza muscolare è associato a una riduzione dell’11% della probabilità di andare incontro a scompenso cardiaco ([HR] 0,89; IC 95% 0,81 – 0,98; p = 0,014).

“La forza dei quadricipiti è un parametro che può essere misurato in modo semplice e accurato nella pratica clinica”, ha commentato Kensuke Ueno, fisioterapista della Kitasato University Graduate School of Medical Sciences di Sagamihara in Giappone. “Il nostro studio indica che questa misura potrebbe essere utile per individuare i pazienti a maggior rischio di sviluppare scompenso cardiaco dopo un infarto miocardico acuto, i quali potrebbero quindi essere monitorati con maggiore attenzione”.

I risultati, che dovrebbero essere prima replicati in altri studi per essere considerati realmente indicativi, suggeriscono infine che un allenamento che preveda il rafforzamento dei quadricipiti potrebbe portare dei vantaggi nei pazienti che vanno incontro a un infarto miocardico acuto.