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Scompenso cardiaco e carenza di ferro: nuove evidenze sul carbossimaltosio ferrico

A cura di Fabio Ambrosino By 26 Agosto 2023No Comments
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Il carbossimaltosio ferrico per via endovenosa è stato uno dei protagonisti della seconda giornata di ESC Congress 2023, il meeting annuale dell’European Society of Cardiology in corso fino al 28 agosto ad Amsterdam, con la presentazione dei risultati di due analisi che hanno portato nuove evidenze circa il suo utilizzo nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco e carenza di ferro.

Piotr Ponikowsky della Wroclaw Medical University ha presentato i dati di una metanalisi che ha unito i dati provenienti da tre importanti studi randomizzati, placebo-controllati, sull’impiego del carbossimomaltosio ferrico per via endovenosa nei soggetti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta (HFrEF): CONFIRM-HF, AFFIRM-HF e HEART-FID.

La metanalisi è stata infatti la prima sul tema a includere anche i recentissimi risultati dello studio HEART-FID, il più ampio condotto a oggi sul tema, presentati qualche minuto prima dal principal investigator Robert Mentz, del Duke Clinical Research Institute.

Lo studio HEART-FID riguardava 3.066 pazienti (età media: 69 anni; 66% uomini) con scompenso cardiaco HFrEF, randomizzati in rapporto 1:1 per ricevere carbossimaltosio ferrico per via endovenosa o un placebo.

I risultati avevano messo in evidenza, al follow up a 52 settimane, un effetto modesto del carbossimaltosio ferrico sull’endpoint primario gerarchico composto da mortalità per tutte le cause a 12 mesi, ospedalizzazioni per scompenso cardiaco a 12 mesi e variazioni al 6MWT dalla baseline a sei mesi, che non aveva raggiunto la significatività statistica (p=0,019, superiore al livello pre-specificato di 0,01).

Nella metanalisi presentata da Piotr Ponikowsky, i dati del trial HEART-FID sono stati quindi integrati con quelli dei trial CONFIRM-HF e AFFIRM-HF, per un totale di 4.501 pazienti con scompenso cardiaco HFrEF e carenza di ferro (età media: 69 anni; 63% uomini; frazione di eiezione media: 32%).

Dai risultati è emerso un effetto statisticamente significativo del carbossimaltosio ferrico per via endovenosa sull’endpoint composito di ospedalizzazioni per cause cardiovascolari e mortalità cardiovascolare (RR 0,86; p=0,029). Al contrario, nonostante un trend positivo, l’endpoint composito di ospedalizzazioni per scompenso cardiaco e mortalità cardiovascolare non ha raggiunto la significatività statistica (p=0,076). In generale, infine, il trattamento non è risultato associato ad alcun effetto sulla mortalità, sia cardiovascolare che per tutte le cause.