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Rischio infiammatorio residuo nell’aterosclerosi, meccanismi e possibili soluzioni

Redazione By 26 Agosto 2023No Comments
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“Il fatto che ci troviamo in una sala gremita, di fronte a chi si occupa di biologia vascolare, è per noi un segnale che c’è in interesse nei confronti del ruolo dell’infiammazione nell’aterosclerosi. Questa è una nuova frontiera”.

Si è aperto con queste parole di Paul Ridker, cardiologo del Brigham & Women’s Hospital di Boston, il simposio “Inflammation: the next target in atherosclerotic cardiovascular disease care?”, tenutosi nel corso della seconda giornata di ESC Congress 2023, il meeting annuale dell’European Society of Cardiology in corso ad Amsterdam.

Il ruolo dell’infiammazione nello sviluppo e nella progressione dell’aterosclerosi è ormai ampiamente accettato, con i livelli di proteina C reattiva e di altre proteine della fase acuta a fare da biomarcatori e le interleuchine 6 e 7 (IL-6 e IL-7) e altre utilizzate come target terapeutico specifico.

“Un concetto chiave è quello del rischio infiammatorio residuo – ha spiegato Ridker – che insieme al rischio residuo legato al colesterolo guida l’inizio e l’evoluzione di questa condizione. È il rischio rimanente una volta che il soggetto è stato avviato a un trattamento con statine ad alta intensità. Posso aggiungere un agente per ridurre ulteriormente il colesterolo ma posso anche inibire ulteriormente l’infiammazione. Oggi sappiamo che il concetto ‘meglio è meglio’ vale per entrambi”.

Riportando i risultati di un’analisi che ha preso in considerazione tre studi clinici riguardanti soggetti in trattamento son statine – PROMINENT, REDUCE-IT e STRENGHT – Ridker ha infatti messo in evidenza come in questa popolazione il livello di proteina C reattiva ad alta sensibilità sia un indicatore migliore del rischio cardiovascolare rispetto al colesterolo (1).

Nell’intervento successivo, Roxana Mehran dell’Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York ha fatto il punto sulle possibili opzioni terapeutiche utili a ridurre il rischio infiammatorio residuo. In particolare, la cardiologa ha riportato i dati relativi all’utilizzo di canakimumab e della colchicina.

“Le linee guidano dovrebbero essere pronte a promuovere la colchicina come terapia da aggiungere al trattamento con statine in un contesto di prevenzione secondaria – ha spiegato Mehran – ma i clinici dovrebbero sempre essere molto cauti in presenza di malattia renale perchè i dati disponibili sono pochi”.

Come spiegato da Nikolaus Marx dell’University Hospital Aachen nel suo intervento, infatti, esiste una stretta relazione tra infiammazione a funzionalità renale: “Le patologie renali si associano da un processo infiammatorio di basso livello ma persistente, determinando un aumento delle citochine e dei biomarcatori associati come le proteine della fase acute, la proteina C reattiva, il fibrinogeno e l’albumina”.

In particolare, Marx ha messo in evidenza come l’interazione tra meccanismi infiammatori renali e cardiaci giochi un ruolo importante nel definire il rischio cardiovascolare. Ad esempio, riportando i dati del trial STABILITY, il cardiologo ha sottolineato come in questa casistica i livelli di IL-6 fossero associati al rischio di eventi cardiovascolari maggiori, mortalità cardiovascolare e per tutte le cause a tutti i livelli della patologia renale (2).

Il simposio si è quindi concluso con un secondo intervento di Ridker, il quale ha descritto il meccanismo d’azione di ziltivekimab, un inibitore dell’IL-6 pensato proprio per agire alla base di questa relazione, e gli studi che stanno indagando la sua efficiacia in termini di rischio cardiovascolare e renale.

“L’abbassamento del colesterolo e l’inibizione dell’infiammazione non sono in confitto nella prevenzione dell’aterosclerosi – ha sottolineato -, dovrebbero essere sinergici. In futuro l’uso combinato di terapie ipolipemizzanti aggressive e inibitori dell’infiammazione diventerà lo standard di cura per quasi tutti i pazienti”.

Bibliografia

1. Ridker PM, Bhatt DL, Pradhan AD, et al; PROMINENT, REDUCE-IT, and STRENGTH Investigators. Inflammation and cholesterol as predictors of cardiovascular events among patients receiving statin therapy: a collaborative analysis of three randomised trials. Lancet 2023;401(10384): 1293-1301.
2. Batra G, Ghukasyan Lakic T, Lindbäck J, et al. Interleukin 6 and Cardiovascular Outcomes in Patients With Chronic Kidney Disease and Chronic Coronary Syndrome. JAMA Cardiol. 2021;6(12):1440–1445.