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Arresto cardiaco non causato da infarto, nessun beneficio dal trasporto dei pazienti in un centro specializzato

A cura di Fabio Ambrosino By 27 Agosto 2023No Comments
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arresto cardiaco centro specializzato

La scelta di portare un paziente resuscitato dopo un arresto cardiaco non causato da un infarto miocardico presso un centro specializzato, piuttosto che nel Pronto Soccorso più vicino, non ha effetti sulla sopravvivenza a 30 a giorni.

Sono stati presentati oggi a ESC Congress 2023, il meeting dell’European Society of Cardiology in corso ad Amsterdam, e pubblicati in simultanea su Lancet i risultati del trial randomizzato ARREST, che ha valutato questa strategia nel contesto della città di Londra.

Il trial ha preso in considerazione 862 pazienti resuscitati per un arresto cardiaco senza evidenze di elevazione del tratto ST all’esame ECG, i quali sono stati randomizzati in due gruppi. Quelli appartenenti al gruppo sperimentale sono stati portati dall’ambulanza presso uno dei sette centri specializzati nella gestione dei pazienti vittime di arresto cardiaco presenti a Londra (n=431). Quelli appartenenti al gruppo di controllo, invece, sono stati portati nel Pronto Soccorso più vicino (a Londra ce ne sono 32) (n=431).

L’endpoint primario era costituito dalla mortalità a 30 giorni nella popolazione intention-to-treat. Quelli secondari, invece, dalla mortalità per tutte le cause a 3 mesi e dagli outcome neurologici a 3 mesi dalle dimissioni, misurati mediante Rankin scale.

A differenza di quelli emersi in precedenti studi non randomizzati che avevano indagato la questione, i risultati non hanno messo in evidenza alcuna differenza significativa tra i due gruppi, sia per quanto riguarda l’endpoint primario (p=0,96) che quelli secondari.

“I centri specializzati nella gestione degli arresti cardiaci sono ospedali che richiedono molte risorse – ha commentato Tiffany Patterson del Guy’s and St.Thoman’ NHS Foundation Trust di Londra – quindi se il trasporto in ambulanza dei pazienti in queste strutture non comporta benefici in termini di sopravvivenza, queste risorse dovrebbero essere utilizzate in altro modo. Si potrebbe liberare spazio per altre urgenze come i traumi, gli infarti STEMI o le disserzioni aortiche, che richiedono posti-letto e specialisti ad hoc”.