
I vaccini contro COVID-19 a mRNA si associano a una riduzione della mortalità nei pazienti con scompenso cardiaco. È quanto emerge da uno studio che sarà presentato nel corso dell’edizione 2022 del meeting annuale dell’European Society of Cardiology, in programma dal 26 al 29 agosto a Barcellona, il quale ha anche messo in evidenza la sicurezza dei vaccini in questa popolazione, mostrando un tasso di peggioramenti dello scompenso cardiaco, tromboembolismi venosi e miocarditi paragonabile tra soggetti vaccinati e non vaccinati.
Lo studio ha messo a confronto 50.893 pazienti con scompenso cardiaco reclutati nel 2019 e quindi non vaccinati contro COVID-19 e 50.893 pazienti – paragonabili in termini di età, sesso e durata dello scompenso cardiaco – reclutati nel 2021 e vaccinati con uno dei due vaccini a mRNA disponibili: Pfizer e Moderna.
L’età media dei partecipanti era di 74 anni, il 35% erano donne e la durata media dello scompenso era di 4,2 anni. Tutti i soggetti sono stati seguiti per 90 giorni (dopo la somministrazione della seconda dose di vaccino contro COVID-19 per il gruppo dei vaccinati e per un periodo analogo del 2019 per i non vaccinati), valutando mortalità per tutte le cause, peggioramenti dello scompenso cardiaco, tromboembolismi venosi e miocarditi.
Per cercare di superare alcuni limiti legati alla natura osservazionale dello studio, i ricercatori hanno standardizzato i dati relativi al rischio di eventi avversi nei due gruppi prendendo in considerazione età, sesso, durata dello scompenso cardiaco, trattamenti per lo scompenso cardiaco, presenza di una cardiopatia ischemica, cancro, diabete, fibrillazione atriale e ospedalizzazioni per scompenso cardiaco.
Dai risultati non sono emerse differenze tra i pazienti con scompenso cardiaco sottoposti ai vaccini contro COVID-19 a mRNA e quelli non vaccinati in termini di peggioramenti dello scompenso cardiaco, tromboembolismi venosi e miocarditi. Al contrario, il gruppo composto dai soggetti vaccinati è risultato associato a un tasso di mortalità a 90 giorni significativamente inferiore (2,2% vs. 2,6%).
“I risultati suggeriscono che non si devono avere preoccupazioni relative ai possibili effetti avversi cardiovascolari quando si sottopongono i pazienti con scompenso cardiaco alla somministrazione dei vaccini contro COVID-19 a mRNA – ha commentato Caroline Sindet-Pedersen del Herlev and Gentofte Hospital di Hellerup in Danimarca -, tanto più che i vaccini sembrano essere associati a un effetto positivo sulla mortalità”.