
Secondo lo studio ADVOR – presentato al congresso 2022 dell’European Society of Cardiology quest’anno tornato in presenza a Barcellona – l’aggiunta di acetazolamide ai diuretici per via endovenosa riduce la congestione entro tre giorni nei pazienti con scompenso cardiaco congestizio acuto.
Lo studio ha arruolato 519 pazienti – con età media di 78 anni, di cui il 63% uomini – ricoverati in ospedale con scompenso cardiaco congestizio acuto in 27 centri del Belgio. I pazienti presentavano almeno un segno clinico di sovraccarico di volume (es. ascite, versamento pleurico o edema), livelli elevati di peptidi natriuretici e avevano assunto diuretici orali per almeno un mese. I pazienti sono stati randomizzati con un rapporto di 1:1 ad acetazolamide per via endovenosa (500 mg una volta al giorno) o placebo, somministrati in bolo al momento della randomizzazione e durante i due giorni successivi o fino al raggiungimento della decongestione. Alla randomizzazione, i diuretici orali sono stati sospesi e tutti i pazienti hanno ricevuto alte dosi di diuretici per via endovenosa.
L’endpoint primario dello studio era costituito dal successo nella decongestione, definita come assenza di segni clinici di sovraccarico di volume (diversi da tracce di edema) entro tre giorni dalla randomizzazione senza che fosse necessaria l’escalation della terapia decongestionante. L’outcome primario si è verificato in 108 pazienti su 256 (42,2%) nel gruppo acetazolamide e in 79 pazienti su 259 (30,5%) nel gruppo placebo (RR 1,46; CI 95% 1,17– 1,82; p=0,0009). Dei pazienti dimessi 190 su 241 nel gruppo acetazolamide (78,8%) e 145 su 232 nel gruppo placebo (62,5%) sono andati incontro a decongestione (RR 1,27; IC 95% 1,13–1,43; p=0,0001).
Per quanto riguarda gli endpoint secondari, invece, i pazienti assegnati al gruppo acetazolamide hanno avuto ospedalizzazioni più brevi (in media 8,8 giorni) rispetto a quelli assegnati al gruppo placebo (in media 9,9 giorni; p=0,02). Al contrario, però, non si è identificata nessuna differenza tra i gruppi nell’esito composito di mortalità per tutte le cause e ospedalizzazioni per scompenso cardiaco entro tre mesi.
Wilfried Mullens, professore dell’Hospital Oost-Limburg in Belgio e autore principale dello studio, ha sottolineato che “si tratta del più grande studio randomizzato sui diuretici mai eseguito su pazienti con scompenso cardiaco congestizio acuto. L’acetazolamide è facile da usare, sicuro, efficace, non più sotto brevetto ed economico. Si prevede quindi che i risultati di ADVOR porteranno a un cambio di paradigma nel modo in cui i medici di tutto il mondo trattano lo scompenso cardiaco congestizio acuto”.