
Nei pazienti con infarto miocardico o ad alto rischio di coronaropatie, il vaccino antinfluenzale riduce il rischio di andare incontro, entro 12 mesi, a un endpoint composito di mortalità per tutte le cause, infarto miocardico o trombosi dello stent. È quanto emerge dai risultati dello studio IAMI, presentati nel corso del Congresso 2021 dell’European Society of Cardiology.
Il trial randomizzato IAMI è il più ampio mai realizzato per valutare l’effetto del vaccino antinfluenzale, in termini di riduzione del rischio cardiovascolare, in una popolazione di pazienti ad alto rischio sopravvissuti a infarto miocardico o sottoposti a un’angioplastica. Sono stati coinvolti 30 centri distribuiti in 8 Paesi (Svezia, Danimarca, Norvegia, Lituania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Bangladesh, Australia).
I risultati presentati a ESC 2021 fanno riferimento a 2.571 soggetti (58% del target iniziale) in quanto lo studio è stato interrotto prematuramente ad aprile 2020 in conseguenza dello scoppio della pandemia di COVID-19. Questi sono stati randomizzati per ricevere un vaccino antinfluenzale o un placebo nelle 72 ore successive una procedura coronarica invasiva o un’ospedalizzazione. L’endpoint primario era costituito da una misura composita di mortalità per tutte le cause, infarto miocardico o trombosi dello stent a 12 mesi, mentre gli endpoint secondari erano costituiti da mortalità per tutte le cause, mortalità cardiovascolare, infarto miocardico o trombosi dello stent presi singolarmente.
Dai risultati è emerso che l’endpoint primario è occorso in 67 pazienti (5,3%) del gruppo di soggetti sottoposti al vaccino antinfluenzale e in 91 pazienti (7,2%) del gruppo placebo (HR 0,72; p=0,040). In merito agli endpoint secondari, la mortalità per tutte le cause è risultata significativamente ridotta nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo (2,9% vs. 4,9%; HR 0,59; p=0,010), così come la mortalità cardiovascolare (2,7% vs. 4,5%; HR 0,59; P=0,014). Non sono emerse differenze, invece, in termini di infarto miocardico (2,0% vs. 2,4%; HR 0.86; p=0,57) o di reazioni avverse gravi.
Ole Fröbert dell’Őrebro University, principal investigator dello studio, ha così commentato: “I nostri risultati suggeriscono che il vaccino antinfluenzale dovrebbe essere considerato come parte integrante del trattamento ospedaliero dei pazienti con infarto miocardico”. Dello stesso parere anche Barbara Casadei dell’Oxford University, Past-President dell’European Society of Cardiology, che nel corso della sessione di presentazione dello studio ha però fatto notare come i risultati, seppur positivi, devono essere intepretati con cautela a causa della ridotta potenza statistica determinata dall’interruzione prematura dello studio.
Fabio Ambrosino