
La seconda giornata dell’edizione 2021 del Congresso dell’European Society of Cardiology si è aperta con la presentazione – e la pubblicazione simultanea sull’European Heart Journal – delle nuove linee guida sulla gestione delle valvulopatie, realizzate in collaborazione con l’European Association for Cardio-Thoracic Surgery (EACTS).
Epidemiologia delle valvulopatie
Si stima che nei Paesi ad alto reddito le valvulopatie compliscano circa il 13% delle persone con un’età pari o superiore ai 75 anni, tuttavia poiché in alcuni casi (soprattutto nell’ambito di disfunzioni lievi o moderate) queste condizioni possono presentarsi in modo asintomatico è possibile che la reale prevalenza di queste patologie sia sottostimata. In generale, le valvulopatie gravi possono portare a un deterioramento della funzione cardiaca, con sintomi che vanno dalla dispnea al dolore toracico, alle palpitazioni e agli svenimenti.
“Troppo spesso le patologie che interessano le valvole cardiache non vengono identificate – ha commentato Alec Vahanian dell’Université de Paris, a capo della task force che ha redatto il documento – e le linee guida stressano l’importanza di effettuare un esame clinico come primo step del processo diagnostico. La valutazione non-invasiva mediante ecocardiografia in primis, e altri esami di imaging cardiaco quando necessario, è essenziale per stabilire la gravità. La cateterizzazione cardiaca, invece, dovrebbe essere impiegata solo quando gli esami gi imaging sono inconclusivi”.
Il trattamento delle valvulopatie
I trattamenti per le disfunzioni valvolari includono sia terapie mediche che interventi di riparazione/sostituzione delle valvola per via chirurgica o percutanea. Le linee guida 2021 sottolineano come la scelta dell’opzione più adeguata debba coinvolgere un’equipe – il cosiddetto Heart Team – composta da cardiologi clinici, cardiologi interventistici, cardiochirurghi, specialisti di imaging cardiaco, anestesisti cardiovascolari e infermieri, avendo come obiettivo quello di valutare sia i fattori clinici e anatomici che le preferenze dei pazienti.
“Le aspettative e i valori dei pazienti sono un aspetto importante nel processo di decision-making clinico”, ha sottolineato Friedhelm Beyersdorf dell’Albert-Ludwigs-Universität Freiburg, co-chairman della task force che ha realizzato le nuove linee guida sulle valvulopatie. “I pazienti e le loro famiglie dovrebbero essere costantemente informati e assistiti nelle loro scelte. Se prioritaria per il paziente la sola risoluzione dei sintomi può di per sé giustificare un intervento. Al contrario, un trattamento è considerato futile se non ci si aspetta un aumento dell’aspettativa di vita o un miglioramento dei sintomi”.
Per quanto riguarda i trattamenti chirurgici, una sempre maggiore esperienza degli operatori e una accresciuta sicurezza procedurale hanno permesso di ampliare l’indicazione a un intervento precoce nei pazienti asintomatici con stenosi aortica o rigurgito aortico o mitralico. Le linee guida raccomandano poi una valutazione comprensiva e una chirurgia precoce nei casi di rigurgito tricuspidale per evitare danni cardiaci irreversibili.
Anche in merito alle procedure percutanee, invece, le linee guida sulle valvulopatie prevedono, alla luce dei buoni risultati ottenuti nei pazienti con stenosi aortica e rigurgito mitralico ad alto rischio o inoperabili, un ampliamento delle indicazioni. Il documento sottolinea inoltre come esperienze preliminari suggeriscano un ruolo potenziale degli interventi transcatetere a livello della valvola tricuspide nei soggetti inoperabili, anche se tale indicazione deve ancora ottenere conferme in studi avanzati.
Fabio Ambrosino