Skip to main content

ACST-2: CAS e CEA hanno effetti simili sul rischio a lungo termine di ictus

A cura di Rebecca De Fiore By 29 Agosto 2021Febbraio 22nd, 2022No Comments
Dai congressiNews
CAS CEA ictus

L’endoarterectomia carotidea (CEA) e lo stenting carotideo (CAS) hanno effetti a lungo termine comparabili nel ridurre il rischio a lungo termine di ictus in pazienti asintomatici con grave stenosi dell’arteria carotidea. Questo il risultato principale di uno studio presentato oggi al congresso 2021 dell’European Society of Cardiology e pubblicato simultaneamente su The Lancet. Lo studio – denominato ACST-2 – è il più ampio mai realizzato per confrontare l’effetto a lungo termine del CAS rispetto al CEA.

Per lo studio sono stati arruolati 3.625 pazienti provenienti da 130 centri in 33 Paesi. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale con una proporzione di 1 a 1 a CAS o CEA e seguiti per una media di 5 anni. Gli esiti principali erano i rischi procedurali – quindi morbilità e mortalità entro un mese dalla procedura – e, soprattutto, l’ictus non procedurale, suddiviso per gravità. Per quanto riguarda i rischi procedurali, l’1% dei pazienti in entrambi i gruppi ha avuto un ictus invalidante o è deceduto entro 30 giorni (15 assegnati al CAS e 18 al CEA) e il 2% ha avuto un ictus procedurale non invalidante (48 assegnati al CAS e 29 al CEA).

L’esito principale era però costituito dall’ictus non procedurale a 5 anni. Un ictus fatale o invalidante si è verificato nel 2,5% dei pazienti in ciascun gruppo, per un rate ratio (RR) di CAS rispetto a CEA di 0,98 (CI 95% 0,64-1,48; p=0,91), mentre un ictus non procedurale di qualsiasi tipo si è verificato nel 5,3% dei partecipanti nel gruppo CAS e nel 4,5% di quelli nel gruppo CEA (RR 1,16; CI 95% 0,86-1,57; p=0,33).

Alison Halliday dell’University of Oxford, principal investigatore dello studio, ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato che, per i pazienti con un’arteria carotide gravemente ristretta, lo stenting e la chirurgia hanno effetti simili sulle possibilità di avere un ictus invalidante o fatale. Il rischio di ciascuna procedura è di circa l’1%. Dopodiché, però, il rischio dopo 5 anni si dimezza, passando dall’1% fino allo 0,5%”.

Rebecca De Fiore